EDWOOD, Like A Movement (Fosbury / Audioglobe, 2004)

Diversi fiumi sonori confluiscono nel lago delle canzoni di questo “Like a movement”, esordio discografico degli Edwood: da una parte le suadenti strutture del post-rock, le sue progressioni morbide e Ie chitarre dense di vaghi ricordi shoegaze; dall’altra le melodie geometriche miste a microscopiche interferenze digitali di certo pop mitteleuropeo.

Una sintesi eccellente raggiunta in undici canzoni attente a non cadere nelle trappole della banalità e degli stilemi più consueti di due generi musicali a cui, ormai, tutti attingono a piene mani: partiti dalle malinconie digitali e pensose di “Distance”, approdiamo velocemente al caracollare ansioso e un po’ scomposto delle chitarre di “Good face”, per poi incontrare nuovamente toni più mesti e in linea con quel post-rock chiamato in causa dalla quarta traccia, che più di tutte si regge sull’elettronica, e finisce per assomigliare a certe cose dei Tarwater; la circolarità delle chitarre può intrecciarsi ad un flauto come “Music part two”, o nell’alternanza tra cantato e voci registrate di “Sunday”, oppure scomparire completamente negli episodi più movimentati, come nella melodia fragile, quasi lo-fi, di “Soft-core”, o nelle sonorità maggiormente allegre di “Strangers” (che assomiglia alle previste evoluzioni degli Yuppie Flu, e ha un testo che riporta alla mente uno splendido film, “Prima dell’alba” di Richard Linklater).

Insomma, “Like a movement” riesce dove un altro ambizioso disco italiano – “Punk…not diet” dei Giardini Di Mirò – non era riuscito completamente: gli Edwood chiudono perfettamente il cerchio che unisce post ed elettronica, riuscendo a valicare le distinzioni di genere per creare bellissime canzoni.

Di questo si tratta, in fondo: di canzoni. E quando si raggiunge la bellezza incredibile di un pezzo come “The space between” (una melodia semplicissima, trascinata su un tappeto di beat sintetici da un vento di chitarre morbide e incisive allo stesso tempo) si può davvero dire di aver realizzato qualcosa destinato a rimanere. Se solo più persone se ne fossero accorte…

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