CHIARA MASTROIANNI & BENJAMIN BIOLAY, Home (EMI, 2004)

Chi lo scorso anno ha avuto la fortuna di ascoltare “Negatif” si sarà reso conto della grandezza di Benjamin Biolay, uno dei pochi autori contemporanei in grado di costruirsi una propria voce e un proprio mondo. Tra le pieghe di molte delle oltre trenta canzoni di quel disco compariva anche Chiara Mastroianni, compagna nella vita di Biolay. Probabilmente è nata da lì l’idea di incidere un disco a due, un po’ come facevano un tempo Serge Gainsbourg e Janet Birkin.

Dunque, e non poteva essere altrimenti, i protagonisti di “Home” sono le voci dei due, quella appena sussurrata di Chiara e quella profonda e cavernosa di Benjamin. Voci che si rincorrono, si cercano, si intrecciano lungo tutto il disco. Ma a dimostrarsi ancora una volta fuori dell’ordinario è anche la scrittura di Biolay, semplicemente da grande autore, capace di raccogliere la gloriosa eredità musicale dei classici francesi, Gainsbourg in testa, e a farne qualcosa di proprio e di attuale.

Da tutti questi ingredienti non può che uscirne un disco intimo, da ascoltare in certe domeniche mattine autunnali dall’umore incerto. Infatti “Home” è fatto da canzoni semplici e cristalline, ballate per lo più acustiche dal fascino irresistibile. Scorrono allora “La Ballade du Mois de June” e “Tête À Claques”, le due canzoni con cui il disco prende il via, e più tardi la splendida “La Plage”, che nella sua veste limpida rimanda a ricordi di estati ormai andate. Le pagine più avvolgenti di “Home” mostrano un umore dolcemente malinconico degno dei Velvet Underground più delicati, quelli di “Sunday Morning” per intendersi, che affiora con chiarezza nelle splendide “House is not a Home” e “Quelque Part on M’Attend”. Altrove ecco un grazioso omaggio al pop anni ottanta di “She’s My lady”, e un rock così leggero e aggraziato da riuscire a stupire, “Dance Rock n’Roll”. Poi ecco un frammento di blues sporco, “Mobile Home”, e soprattutto “L’Arizona”, deliziosa ballata in punta di piedi.

Ma l’apice del disco, il momento in cui senso di “Home” appare chiaro, è rappresentato da “Folle du Toi”, in cui le voci di Chiara e Banjamin si incontrano e si sposano alla perfezione, in un dialogo tra amanti serrato ed emozionante.

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