LIMP BIZKIT, Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water (Interscope, 2000)

Non proprio un brutto album, si ascolta bene poi. Non brutto, ma insomma deludente, proprio deludente. “Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water”, stiam parlando di lui, ha smarrito due strade in un colpo solo. Ha smarrito la via dell’hip hop, che in “Significant Other” m’era sembrata la più promettente. E ha smarrita quella dell’hard rock, quella delle chitarre distorte, della musica suonata urlata. Ha abbassato il profilo di entrambi i generi, e anche dalla somma dei due il prodotto risulta mortificato. Perché lo stile è quello, un ibrido originale di rap e rock, che qua però ha falle su ogni lato. Poco male, per Durst e compagnia, a guardargli i portafogli. Vendono, piacciono, e mungono i teen, una tetta di mercato fra le più ricche. “Significant Other” aveva un target trasversale. Giovane, ma amplissimo. “Chocolate Starfish” invece sembra si preoccupi di ragazzini intorno ai quindici, sembra si preoccupi di urlare, sbattere, scalmanarsi. Gran chiasso di chitarre, poco mixer, nessuna innovazione. Anche se, lo dico ancora, si ascolta bene. Va bene di sottofondo, va bene una volta, va bene a una festa, va bene se siete in astinenza da Limp. Ma per sapere dove va la musica dei Limp, aspetterei il prossimo album.
Stelle di mare di cioccolato e acqua al gusto di hot dog, come suona il titolo in italiano. Lo spirito è il solito, la solita caciara, la solita carica, veri e compromessi al punto giusto. Compromessi con lo show business e altre menate simili, che importa? “Significant Other” li ha portati su quei lidi di notorietà, e nessuno ha avuto da ridire. Non solo, i Limp non hanno perso smalto. Picchiano e strepitano come ci si aspetta da loro, i fans saranno soddisfatti. Cosa manca allora? Manca la musica, manca l’album. “Chocolate Starfish” è piatto, prevedibile, e mi azzarderei fino al noioso. I cuginetti dei Limp nella ricerca artistica dovrebbero essere i Rage Against the Machine. I Rage che hanno perso Zack De La Rocha, e che continuano a fare buone cose. Da appassionato di hip hop, io speravo sinceramente nei Limp. Li preferivo persino ai RATM, mi piaceva cosa riuscivano a fare con ai piatti Dj Lethal, ex House of Pain. Capirete la delusione, con questo disco. I RATM intrufolavano un po’ di rap nell’hard rock, mentre i Limp rischiavano uno shake nuovo nuovo. L’hip hop si sentiva bene, l’influenza elettronica stava in bella vista, abbracciava il muro delle chitarre distorte e degli urli di uno scatenato Fred Durst. La musica era suonata, come in questo “Chocolate Starfish”, le chitarre possedevano tutte le prime file. Il complesso però denunciava voglia e capacità di stringersi con lo spirito, oltre che col suono, della musica elettrica. Penso non sia finito tutto, ma bisognerà aver pazienza. Fino al prossimo album.

Quali tracce? “Take A Look Around”, da “Mission Impossible 2”, “Getcha Groove On”, una specie di rap, duro, californiano… Be’, ci hanno provato. “Hold On”, si ascolta, è carina. Coraggio, un album comunque sulla sufficienza. In concerto poi, ci sanno fare. Sono divertenti, e il live è importante, misura la convinzione e la faccia dei ragazzi col proprio pubblico. “Chocolate Starfish”, passi, non è indecente. Confido nel prossimo album.

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