AT THE DRIVE-IN, Relationship of Command (EMD/Virgin, 2000)

In uno scenario rock alquanto disturbato da fenomeni commerciali di imponente spessore si affaccia la band texana di El Paso At the Drive-in che mescola elementi funk/core stile R.A.T.M. rock e hardcore. “Relationship of Command” è un disco gradevole, molto divertente che lascia trasparire grande originalità e abilità del gruppo a destreggiarsi in territori inesplorati fatti di suggestioni musicali di ogni tipo.
Gli A.T.D.I. sono una di quelle band che devo ascoltare almeno una volta al giorno perché ogni tanto mi tornano in mente motivetti e ritornelli sparsi qua e là per le undici tracce dell’album. Le canzoni sono coinvolgenti e variegate. La band texana di Cedric Bixler riesce a miscelare velocità e atmosfere melodiche coinvolgenti accompagnando il tutto con un cantato nervoso e spasmodico, ottenendo un risultato impeccabile sotto ogni punto di vista. Si parte con “Arcarsenal” che lascia subito capire che la band non scherza affatto: dopo un breve intro sembra di ritrovarsi repentinamente a cavalcare un bufalo impazzito nel deserto del Texas, travolti da una micidiale scarica di chitarre. Si passa poi alla bellissima “Pattern Against User”, il pezzo che mi ha maggiormente impressionato. Il cantato di Cedric risulta molto flessibile capace di adattarsi a tutte le situazioni, nel complesso è veramente esaltante. Il singolo “One armed shissor” finisco per canticchiarlo giornalmente e anche la traccia “Sleepwalk Capsules” riesce a catturare tutta la mia attenzione in un vortice di chitarre e vocalizzi convulsi (e ritorna nella mia mente il fantasma di Zack De La Rocha ed i suoi RATM dei tempi migliori). Basterebbero le prime quattro tracce a convincervi a spendere le sudate quaranta carte per questo cd.
Nell’album non mancano comunque atmosfere più calme: la bellissima “Quarantined”, tra echi di temporali e sprizzate di rabbia continue, “Invalid Litter Dept” e l’originalissima “Enfilade”. Da segnalare la presenza di “Rolodex Propaganda” movimentata e travolgente canzone in cui compare nientemeno che… Iggy Pop (che sia un caso che il re del rock degli anni 90 abbia avuto premura di battezzare i cinque texani inferociti). A volte è bello accorgersi che nel panorama rock attuale c’è anche spazio per band originali come gli A.T.D.I. che riescono ad evadere dagli stereotipi senza sentire la pressione del business. Non vedo l’ora di vederli dal vivo in Italia (10 febbraio Vidia – Cesena).

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