GENTLE GIANT, Octopus (Columbia, 1972)

Quarto disco del gruppo inglese e di grande qualità. In evidenza l’abilità strumentale dei musicisti. Canzoni mai banali, cambi di ritmo, uso brillante di uno strumento come il vibrafono (in “Knots”), bella sezione vocale. Insomma, grande progressive. In “Raconteur, troubadour” è di bell’effetto il violino di Ray Shulman sovrainciso più volte, possente è “A cry for everyone”. In “Knots” è fascinoso e inusitato l’intrecciarsi delle voci. La strumentale “The boys in the band” mostra tutta l’abilità esecutiva del gruppo, mentre la melodica “Think of me with kindness” sfodera una impeccabile sezione di ottoni. La conclusiva “River” ribadisce le varie influenze musicali che agiscono sui Gentle Giant, jazz compreso, con accenni quasi di improvvisazione.

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