[Coverworld] “This Strange Effect”, la sigla di «Nine Perfect Strangers»

Il nuovo serial tv di Amazon Prime «Nine Perfect Strangers» ha una sigla veramente bella, opera degli Unloved, un trio di Los Angeles specializzato in colonne sonore e formato da Jade Vincent, Keefus Ciancia e David Holmes. Si intitola “Strange Effect” e non è una canzone originale (altrimenti non ci troveremmo in questa rubrica…). Più precisamente è una cover di una canzone del 1965 rifatta più volte.

“This Strange Effect” (sì, l’originale ha quel “This” in più) è una canzone scritta da Ray Davies dei Kinks che però fu pubblicata prima dal cantautore Dave Berry nel luglio 1965. La rielaborazione degli Unloved (con la voce di Raven Violet che è poi la figlia di Keefus Ciancia) è in linea con l’andamento sognante e intriso di “droghe” della serie là dove l’originale di Dave Berry è più asciutta e con il riff suonato da una semplice chitarra acustica.

Ma anche i Kinks la suonarono, pur non pubblicando ufficialmente nessuna versione in studio: ne esiste però, facilmente reperibile, una registrazione live alla BBC dell’agosto 1965 che è stata pubblicata nel 2001 nelle “BBC Sessions 1964-1977”. L’interpretazione dei Kinks è sostanzialmente identica come arrangiamento, cambiano i solo i suoni.

Da allora “This Strange Effect” ha ricevuto diverse rivisitazioni, la cui più “famosa” è quella del 1998 degli Hooverphonic che è coerente con gli arrangiamenti orchestrali tipici del gruppo belga. Nella sua eleganza, i violini che ripetono ossessivamente quelle due note creano un effetto sospensione particolarmente ipnotico. Gli Hooverphonic la pubblicarono come singolo (per il loro album, “Blue Wonder Power Milk”) e furono i primi a dimostrare la capacità “da colonna sonora” del brano in sé: finì nel film “Shades” (1999), nella serie televisiva “Nikita” e per la pubblicità televisiva americana di un cellulare Motorola nel 2005.

L’anno successivo, nel 1999, i Thievery Corporation pensarono bene di fare un mix della versione Hooverphonic quasi irriconoscibile, con il tipico tempo di batteria dei Thievery e la voce Arnaert che dapprima si staglia unica e poi, verso la fine, si ricongiunge con la base musicale degli altri due Hooverphonic pur sempre con sotto la ritmica coinvolgente dei TC.

Vince poi la palma di “più brutta” cover quella di Bill Wyman, che l’ha inserita per il suo album “Stuff” del 1992: c’è un pianoforte fastidioso e dei suonettini che nemmeno l’organetto della chiesa di campagna.

Mentre praticamente inutile è la versione del 2006 della band finlandese The Others, molto istrionica è la versione onirica, tra sitar ed armonica, degli Squeeze, band inglese storica che l’ha inserita nell’edizione deluxe del loro album del 2015, “Cradle to the Grave”.

Pure Glen Matlock dei Sex Pistols ha voluto approcciarsi con la canzone nel 1980, con il suo progetto The Spectres: interessante il risultato, tra sax e un giro di basso alla “Peter Gunn Theme”:

Una variante finalmente elettrica è quella di Steve Wynn nel suo album del 1997, “Sweetness And Light”: qui il brano parte e dimostra la sua anima poliedrica e non solo “melensa”. Una delle più belle cover.

“This Strange Effect” torna invece suadente nella versione del 2017 degli Shacks, che ha l’unico merito di finire a fare la colonna sonora della pubblicità televisiva per l’iPhone, perché ha un fastidioso cambio di tonalità vocale nella strofa e un incomprensibile velocizzazione sul finale. Gli Shacks sono un duo statunitense formato da Max Shrager e Shannon Wise di cui consiglio piuttosto l’ascolto della loro “Follow Me”, molto carina.

In definitiva la versione degli Unloved, seppure non nuova (è apparsa anche nella terza serie di “Killing Eve”) è una delle migliori, e ha il merito di averci dato la possibilità di ripercorrere tutte l’epopea di questa bella canzone degli anni Sessanta che ancora ci parla.

(Paolo Bardelli)