THE SPYRALS, “Same Old Line” (Fuzz Club, 2020)

Una bella sorpresa, questo ultimo disco degli Spyrals: un album di rock and roll che rispetta i canoni e l’estetica tipicamente “americana” del genere suonando comunque in maniera accattivante e fresca.

La cosa buona di Jeff Lewis e compagni è che non cercano in nessun modo di inventarsi qualche cosa che sia per forza originale, rivelando che in effetti ci sono dei “motivi” del genere che sono senza tempo e che se suonato in maniera autentica il rock and roll rimane duro a morire. “Same Old Line” (Fuzz Club Records) si ispira dichiaramente a Velvet Undeground, 13th Floor Elevators, Stooges, Neil Young, Bob Dylan, Muddy Waters… Ma il primo riferimento che mi è venuto in mente ascoltando l’album sono stati un gruppo super-classico come i Creedence (la title-track, “Don’t Turn Me Down”), un nome che non viene quasi mai tirato in ballo quando si parla di gruppi rock contemporanei e nuove uscite.

Il gruppo losangelino (gli Spyrals hanno spostato a LA la loro base operativa, ma sono originari di San Francisco) ha uno stile del resto “anomalo” rispetto anche al mood tipico della maggioranza delle produzioni della londinese Fuzz Club. C’è comunque una componente rock psichedelica che è selvaggia e molto seventies. Inevitabili alcuni accostamenti a Neil Young & Crazy Horse, la cui eco si sente in maniera marcata in pezzi come la ballad Jeffrey Lee Pierce “In Your Room”, l’honky-tonk “Goodbye”, i riff di chitarra “There’s A Feeling” e il fuzz di “Bleed”, o il rock and roll blues di “Just Won’t Break”. “Sympathy” mette assieme un timbro di voce vintage come quello di Rocky Erikson e il suono delle chitarre Keith Richards.

Un disco di musica rock and roll e garage che è in qualche maniera “pop” ma in contro-tendenza rispetto al gusto dominante fino a questo momento nel mondo della neo-psichedelia, eppure non per questo poco interessante. Piace subito, anche se forse non lascerà il segno sul lungo periodo. Se a questo punto gli Spyrals riusciranno a proporsi come una specie di nuovi BRMC sarà tutto da vedere, ma “Same Old Line” segna un passo in avanti rispetto a quanto fatto finora.

75/100

(Emiliano D’Aniello)