La Top 7 della settimana (#4, 2020)

7) Björk e l’Artificial Intelligence si incontrano a New York

Tra i primi evidenti segnali di evoluzione del decennio appena iniziato c’è di sicuro la crescita esponenziale per utilizzo e popolarità dell’AI (Artificial Intelligence), anche in ambito musicale. Björk, una delle artiste più attente al mondo per quanto concerne il legame tra tecnologia e suono, non ha perso tempo: la colonna sonora generativa intitolata Kórsafan, creata per l’hotel boutique Sister City di Manhattan, consiste di un archivio di cori registrati nell’arco di 17 anni misto a suoni tra cui stormi di uccelli migratori, aeroplani e ‘quell’oggetto voluttuoso chiamato barometro’ e sfrutta un applicazione di Microsoft riprodotta da AI. Non è il primo esperimento intentato da Sister City in merito (l’installazione segue infatti quella di Julianna Barwick dell’anno scorso) ma a detta della stessa Microsoft si tratta di un ulteriore passo avanti nell’utilizzo di questa tecnologia.

6) La figlia di Grimes ha già un profilo Instagram prima ancora di nascere

Un’altra artista che non ha mai nascosto il proprio interesse per l’AI è sicuramente Grimes. ‘We Appreciate Power’, del 2018, era una canzone scritta dal punto di vista di un gruppo propagandista dell’AI che utilizzava musica, danza, sesso e moda per celebrare l’AI in modo tale che gli AI overlords del futuro risparmiassero loro e la loro prole, il tutto al grido di ‘sta per succedere, che lo vogliate o no’. Per mantenersi coerente in questa sua interpretazione della realtà sempre a metà tra dispotico e grottesco Grimes ha appena ufficializzato la sua più volte teaserata gravidanza, ma nel mentre ha anche aperto un misterioso profilo Instagram collegato al nascituro, o nascitura dato che così viene rappresentata nelle poche immagini e stories pubblicate finora: warnymph è un’inquietante bebè che predice l’imminente fine del mondo e l’estinzione dell’umanità a causa dell’esplosione del sole. Dettaglio non meno bizzarro: l’account è privato e la bimba accetta solo chi pare a lei. Buona fortuna.

5) Sudan Archives da COLORS

A seguito dell’ottimo Athena, album d’esordio pubblicato l’anno scorso, inserita tra i nomi caldi del prossimo Primavera Sound, la cantante e violinista losangelina Sudan Archives si presenta da COLORS in gran spolvero per una versione intensa e riuscitissima di uno dei suoi brani migliori, Iceland Moss.

4) La libreria dei Radiohead

Tra un side-project e l’altro i Radiohead hanno rilanciato il proprio sito web offrendo ai fans una vera e propria libreria che contiene tantissimo materiale sulla band di Oxford, suddiviso per ciascun album da Pablo Honey a A Moon Shaped Pool: oltre al link per lo streaming e l’acquisto dei dischi, dei relativi singoli e del merchandising, e oltre alla videografia ufficiale, la cosa più ghiotta è probabilmente l’archivio di performance dal vivo e concerti integrali, in buona parte tutto materiale noto agli hardcore-fans di Thom Yorke e compagni in quanto proveniente direttamente da YouTube ma in cui trovano posto anche alcune chicche e rarità re-uploadate appositamente per la libreria. In generale un bell’affresco sul mondo Radiohead.

3) Il ritorno di Lucia Manca

La brava artista salentina continua il suo viaggio a metà tra nostalgie italiane e synth-pop freschissimo. Questo nuovo splendido singolo si apre con un groove di basso e chitarra che potrebbe essere immaginato dai Chromatics, su cui la splendida voce di Lucia irrompe con un ritornello che ha la potenza di un urlo strappato dal petto.

2) La quarta stagione di Hip Hop Evolution su Netflix

E non che le prime tre fossero da meno, sia chiaro. Ma qui ci si apre a ventaglio: la New Orleans di Juvenile e Master P, l’avvento della crunk con Lil Jon, l’era del mixtape con 50 Cent, T.I. e Lil Wayne e una puntata da urlo dedicata ai superproduttori: dai Neptunes a J Dilla passando per Timbaland e Kanye West.

1) FKA twigs special guest di Valentino

Che a dire il vero risale a più di una settimana fa ma che il canale YouTube dello stilista ha caricato solo pochi giorni fa per intero. Si tratta della performance più intensa di FKA twigs dopo la session di Maida Vale dell’anno passato, ancora più scarna rispetto a quest’ultima dato che l’accompagnamento è solo pianoforte e violino: questo mette in risalto sia la splendida voce di Tahliah Barnett, con momenti di vero brivido (uno in particolare arriva nel bel mezzo di Cellophane, non spoileriamo altro, gustatevelo con calma) sia i brani stessi che anche in completa assenza di suono digitale mantengono la loro solidità e anzi suonano qui e là perfino più incisivi.

(Simone Madrau)