Maiole, 7 brani pesi per presentare “Cose pese”

Maiole non ha paura del pop. Dopo “Music For Europe”, il ventitreenne casertano sceglie di usare l’italiano, a partire dal titolo, “Cose pese” e dai testi, abbracciando sonorità sempre più a metà strada tra tradizione d’autore italiana e morbida elettronica contemporanea. Il disco uscito il 26 ottobre su Malinka Sound/peermusic ITALY è stato anticipato da quattro singoli: “Tinder”, “Crescendo”, la title-track e “Sicuro di me”. Cerchiamo di capire cosa c’è di peso in tutto ciò, con una playlist di 7 brani “pesi” di ogni genere.

Cosa c’è di peso nella musica di Maiole? E cosa c’è di peso nella musica italiana contemporanea?
Il sottotesto: spero di riuscire a comunicare cose pese in maniera, a volte, al limite dell’idiota. Cerco di accompagnare questo obiettivo ad una musica piuttosto raffinata. Sulla musica italiana contemporanea non saprei, ci sono tante cose diverse che vengono accomunate (tipo il termine itpop, che racchiude gente che fa musica anche molto diversa tra loro). Mi piacciono molto Riccardo Sinigallia, Lucia Manca, Calcutta, Giovanni Truppi…

Hai scelto di passare all’italiano per mandare dei messaggi più diretti o stanno cambiando le tue influenze musicali? A livello di sonorità mi sembra ancora lo stesso Maiole…
Sicuramente ascolto più musica in italiana di quanta ne ascoltassi quando ho iniziato a pubblicare (all’epoca veramente poco o niente). C’è da dire che però la questione della lingua è anche il riflesso di un maggiore impegno nella lavorazione dei testi, prima quando c’erano parole era più per una questione di suono che di comunicazione esplicita. A livello di sonorità sono sempre io, però spero si riconosca una certa esperienza in più rispetto a quando avevo 18 anni. Il suono che ho in testa resta più o meno lo stesso, ma armonicamente e a livello di sound design mi sento molto ma molto più “perito”.

Jacob Collier, “With the Love In My Heart”

Lucia Manca, “Noi”

Gino Paoli, “Come si fa”

Prince, “17 Days” (Piano & a Microphone 1983 Version)

Louis Cole, “Everytime”

Ólafur Arnalds, “Ekki Hugsa”

Brockhampton, “Where The Cash At”