RADAR MEN FROM THE MOON, “Subversive III: De Spelende Mens” (Fuzz Club Records, 2017)

Direttamente da Eindhoven, una città che loro stessi hanno praticamente votato alla neo-psichedelia, i Radar Men From The Moon (Gleen Peeters, Jan-Titus Verkuijlen, Tony Lathouwers and Bram van Zuijlen) ritornano a sovvertire il mondo della musica e infrangere ogni regola con un nuovo capitolo della trilogia ‘Subversive’ cominciata nel 2015 e proseguita lo scorso anno con ‘Subversive II: Splendor Of The Wicked’.

Il terzo capitolo, uscito lo scorso primo dicembre su Fuzz Club Records, si intitola ‘Subversive III: De Spelende Mens’ ed è concettualmente ispirato agli studi dello storico olandese Johan Huizinga (1872-1945) e in particolare all’opera intitolata ‘Homo Ludens/De Spelende Mens’ (1938), in cui viene teorizzato come la cultura in generale si sviluppi sempre come forma ludica e come tanto nei giochi come nella vita, la collettività esprima la sua interpretrazione nella vita e nel mondo. In pratica: il gioco non si converte in cultura ma è praticamente la cultura stessa in una sua fase originaria.

Muovendo da questi presupposti, i RMFTM hanno quindi costruito quella che forse è la loro opera più sperimentale e conseguentemente quella più rivoluzionaria. Un disco che è destinato a mutare le regole finora più tipiche del movimento neo-psichedelico e con la quale spingendosi oltre ogni frontiera il gruppo si succede in sontuose composizioni minimaliste e ripetitive e fondamentalmente basate sulla ossessività nell’uso delle percussioni. Senza trascendere dalla potenza del suono tipica, i RMTFM concepiscono questo in una dimensione diversa, quasi sotterranea e carica di suggestioni oscure come il peso della storia, pulsazioni sottomarine e ripetute riverberazioni di sonorità krautrock.

Carico di immagini e sonorità post-industrial e allucinazioni droniche, ‘Subversive III’ è quella che potremmo definire come un’opera ‘situazionista’ e dove i RMFTM danno libero sfogo alla propria creatività letteralmente modellando gli strumenti a loro disposizione e dando vita a quelle che sono nuove forme di comunicazione avveniristiche.

Emiliano D’Aniello

79/100