Father John Misty, Fabrique, Milano, 16 novembre 2017

Le ultime parole di Natalie Mering aka Weyes Blood, risuonano ancora dolci nell’atmosfera folk anni settanta che si respira (e che continuerà a permeare tutta la serata), ma il pubblico freme già nell’attesa che i tecnici finiscano di sistemare: Father John Misty, al secolo Josh Tillman, ex batterista dei Fleet Foxes (da cui è uscito nel 2012 ma di cui conserva gli echi), uomo in costante ricerca e sperimentazione. Dopo aver intrapreso la carriera solista, Josh decide di cambiare ancora: sente il bisogno di esprimere quel misticismo che lo pervade, e per farlo sceglie lo pseudonimo di Father John Misty, con cui ha ora in attivo tre album.

“Pure Comedy” è il titolo dell’ultima fatica ed anche della prima canzone della serata: Josh punta dritto al microfono mentre le luci ancora non si sono riaccese, e senza tante cerimonie dà inizio a quello che sarà, più che un semplice concerto, un vero e proprio spettacolo teatrale. “The comedy of man starts like this”, così apre, non a caso, lo show, in cui si rivolge al pubblico a braccia incrociate, come un tranquillo oratore che racconta la sua versione della storia, con un misto di solennità e intimità che mi hanno ricordato fortemente la presenza scenica di Matt Berninger, cantante dei National, per cui Father John Misty aprì la data di Pistoia nel 2016.

Dopo un’apertura così narrativa, il trasporto e l’intensità vanno aumentando con “Strange Encounter” e “Nothing Good Ever Happens At The Goddamn Thirsty Crowd”, due ballad pop-folk eseguite meravigliosamente e accompagnate da balli e gesti fluidi di mani che si alzano al cielo quasi a chiedere di aspettare, di ascoltare ciò che ha da raccontare. Nella breve pausa colloquiale, Josh confessa di aver perso la valigia arrivando in Italia, e di essersi dunque dovuto adeguare di conseguenza – in effetti ci stavamo tutti chiedendo che ci facesse con quel cappotto lungo e nero sotto i riflettori. Gli spettatori si accomodano nella confidenza e a gran richiesta ottengono un fuori programma: inizia così tra le urla di consenso “True Affection”, in un’esplosione di luci rosa mentre sullo sfondo trionfa un cuore dalla linea stilizzata, come quello che tutti prima o poi abbiamo scritto senza troppo impegno su un pezzo di carta qualsiasi a qualcuno.

Ma Father John Misty abbandona subito la deriva electro-pop, che risuona di influenze quali Arcade Fire, New Order e Shout Out Louds, per rientrare nella scaletta studiata appositamente per portare il pubblico al culmine emotivo con “Hollywood Forever Cemetery Strings” e le immancabili “I Love You Honeybear” e “Real Love Baby”, perle eseguite con voce perfetta e vellutata.
A questo punto tutti noi siamo completamente alla sua mercé, e Father John Misty lo sa, ma non ci vuole lasciare andare, non ancora: ci guarda negli occhi, ci fissa mentre continua il suo show pienamente consapevole di aver raggiunto il suo scopo. La sua commedia ha vinto, ha abbattuto qualsiasi possibilità di imprevisto, è una rappresentazione teatrale riuscita alla perfezione: visibilmente soddisfatto lascia magnanimamente lo spazio ad un ultimo desiderio popolare, e per volere del pubblico il penultimo pezzo della serata sarà “Holy Shit”. Con “The Ideal Husband” (che, diciamocelo, è quello che il 90% del pubblico femminile ha pensato di lui per tutta la durata del concerto) Father John Misty saluta grato la folla, abbandonandola a quel dolce dondolio di intimità e calore che solo la musica viva sa dare.

Pure Comedy
Total Entertainment Forever
Things It Would Have Been Helpful to Know Before the Revolution
Ballad of the Dying Man
Nancy From Now On
Chateau Lobby #4 (in C for Two Virgins)
Strange Encounter
Nothing Good Ever Happens at the Goddamn Thirsty Crow
Only Son of the Ladiesman
When the God of Love Returns There’ll Be Hell to Pay
A Bigger Paper Bag
When You’re Smiling and Astride Me
This is Sally Hatchet
The Night Josh Tillman Came to Our Apt.
Bored in the USA
The Memo
True Affection
I’m Writing a Novel
Hollywood Forever Cemetery Sings
I Love You, Honeybear
Real Love Baby
So I’m Growing Old on Magic Mountain
Holy Shit
The Ideal Husband

(Chiara Toso)