THE FLAMING LIPS, “Oczy Mlody” (Bella Union/Coop 2017)

Il vero predecessore di “Oczy Mlody” è “The Terror” (2013), brumoso e oscuro tritatutto, molto valido e sottovalutato. Prima e nel mezzo, l’infinità: dalle mille collaborazioni con Lightning Bolt, Yoko Ono, Ke$ha, Neon Indian, Erykah Badu ai rifacimenti “psychoschizzati” di “The Dark Side Of The Moon”, “Sgt. Pepper”, “In The Court Of The Crimson King” e del debutto degli Stone Roses. Ancora le edizioni “extra only for fan” di caramellone a forma di feti con le chiavette usb dei vari ep dentro, “7 Skies H3”, la canzone da 24h (ma qualcuno l’ha davvero ascoltata tutta di fila?) e il riassunto di quasi tutto nella pregevolissima raccolta “The Flaming Lips And The Heady Fwends”. E poi, la pietra dello scandalo per gli indie kids (si spaventano con poco), “Miley Cirus And Her Dead Petz”, il disco con e per Miley che ormai è della famiglia (“We A Family”), discreto, a tratti divertente, sfilacciato e troppo lungo. Il nuovo disco riparte da (proprio) tutto questo ed è l’ennesima rivoluzione della band di Wayne. Non ha la stessa portata di “The Soft Bulletin” ed “Embryonic”, è una sorta di passo in diagonale capace di rimescolare il meglio delle follie controllate degli ultimi tempi per restiuirci un gruppo ancora moderno e capace di affrontare il riciclo dello zeitgeist sonoro attuale e personale. Con precisione maggiore si può parlare di umore lunare un po’ Pink Floyd barrettiani, un po’ retromaniaco. Ci stanno le sonorità elettroniche chill out e “rimasticate” di Neon Indian (chi si rivede) o dei Tame Impala di “Currents”. Ci sta pure sentirci un impasto un po’ duro da digerire di glitch, sintetizzatori imbruttiti e dolciastro retrogusto di caramelle marce, tutto lì lì per caracollare ma salvato dalle “classiche” splendide melodie à la Flaming Lips come in “How??” o “The Castle”. “Oczy Mlody” è, quindi, denso di rituali di elettronici a tratti violentati dalle reminiscenze dei dischi precedenti, spesso sollevati da nuvolette rosa di effimero musicare pop. Turba e blandisce, insospettisce e riempie il cuore di gioia.

76/100

(Giampaolo Cristofaro)

02 Febbraio 2017