KING OF THE OPERA, “Pangos Sessions” (A Buzz Supreme, 2016)

index Le Pangos Sessions segnano il ritorno alla dimensione prevalentemente solista di Alberto Mariotti/King of The Opera, raccogliendo la serie di quattro singoli usciti in formato digitale nel 2015 – nostra esclusiva il vol. 4 – più un altro paio di canzoni, una temeraria “Death Valley ’69” originariamente dei Sonic Youth ed il prezioso inedito “By The Shore”.

Raccolta di 10 tracce in totale, di cui 5 cover di brani usciti nell’anno di nascita del Nostro, il 1985. E che – è bene subito dirlo – non sfigurano affatto al fianco degli originali, anzi. Con l’arrangiamento sognante di cui si vestono “A Night Like This” (Cure) e “Swinging Party” (Replacements) le fa addirittura proprie, creando un amalgama davvero unico e invidiabile nel complesso. Nelle parole di King of The Opera, “Le Pangos Sessions sono diventate un’occasione per fare il punto sul mio trascorso musicale e rendere omaggio ad alcuni musicisti che, nel corso di questi dieci anni trascorsi dal primo concerto di Samuel Katarro, hanno ispirato i miei lavori. Dal momento che l’unico vincolo che mi ero imposto per la scelta dei brani era proprio l’anno di pubblicazione, la raccolta risulta molto varia a livello di generi, attitudini e colori. Volevamo con queste sessions e con la scelta dei brani catturare su disco l’atmosfera delle mie più recenti esibizioni dal vivo, così ho deciso di registrare in presa diretta buona parte del materiale, con pochissimo lavoro di post- produzione”.

“Beach Party”, “9V” e “Pop Skull” sono ripescate dal repertorio psych-folk a firma Samuel Katarro senza disdegnare quello stesso livello di divertissement, mentre la title track del primo lavoro King of the Opera, “Nothing Outstanding”, si pone come l’interpretazione più profonda di Alberto, che ancor più che in passato mette in primo piano la sua voce leggera e soprattutto versatile, tra falsetto e sussurrato, di chi in musica non avrà mai nulla da perdere e vive ogni esibizione come se fosse l’ultima. E l’inedito posto in apertura del disco, costruito su un arpeggio folk circondato di elettronica ambient e ritmi vagamente hip-hop non fa che alimentare l’attesa per un nuovo album, che speriamo vedrà la luce a fine 2016.

Hanno partecipato alle registrazioni Andrea Carboni alle tastiere, chitarra elettrica e glockenspiel, Elia Ciuffini e Alberto Niccolai alla batteria e percussioni, infine Mirko Maddaleno (ex Blue Willa) ha suonato la chitarra elettrica nella versione di “Blind Love” di Tom Waits. Il titolo omaggia Alessio Pangos che ha registrato e mixato l’intero lavoro nel Sonic Studio di Pontassieve (FI).

77/100

(Matteo Maioli)