THE SOFT MOON, “Deeper” (Captured Tracks, 2015)

11183_JKTIl terzo disco di The Soft Moon, progetto nato anni fa dalla mente di Luis Vasquez, ha tutte le carte in regola per essere il lavoro della consacrazione per l’artista americano. Dopo “Zeros”, secondo disco che a tratti aveva momenti poco convincenti, c’era bisogno di nuova linfa che riportasse freschezza su The Soft Moon.

Il cammino in realtà è simile a quello intrapreso nell’album precedente ma qui il lavoro di recupero e reinterpretazione di sonorità industrial viene messo a fuoco in maniera nettamente migliore. Il suono si fa ancora di più claustrofobico, con poco spazio ad aperture melodiche. Una scelta sicuramente voluta e fortemente ricercata da Vasquez che ancora una volta riversa in mezz’ora la propria inquietudine, trovandone la perfetta rappresentazione in sonorità prevalentemente a tinte scure. I brani marcato da synth ridondanti e suoni aggressivi occupano la maggior parte del disco, come per esempio l’iniziale “Black”, che strizza l’occhio a Trent Reznor, o la title track. Non mancano però sonorità orientate verso il post punk (“Far” e “Feel” su tutti i brani) o momenti più rilassati (“Without”). In generale l’impressione che si ha da questo capitolo terzo della discografia dei Soft Moon è che, pur essendo chiari i padri putativi, la cifra stilistica di Luis Vasquez ha ormai raggiunto una propria autonomia e impronta.

“Deeper” riesce a colmare le poche lacune dei suoi predecessori, potenziando al massimo tutte le qualità che il progetto del musicista americano racchiudeva sin dagli esordi.

80/100

Francesco Melis