[#tbt] Scajola, Franceschini, il Colosseo e Corey Hart

Colosseo-Roma-Italy

Il Colosseo, bisogna ammetterlo, è stato il protagonista involontario delle notizie dell’ultima settimana. Dapprima si è appreso che Scajola è stato assolto per prescrizione dal reato della famosa “casa con vista Colosseo”. Quella comprata “a sua insaputa”, dai, lo sapete tutti. E’ molto confortante (sono ironico) sapere che questa vicenda finisca a tarallucci e vino: in realtà credo che l’inconsapevole ignoranza di Scajola continuerà a causargli molti più danni di una piccola condanna con sospensione condizionale. O almeno è quello che spero. Di nome ne abbiamo uno solo, ognuno ha il suo, e “macchiarlo” con una frase così pacchiana e offensiva dell’intelligenza di qualunque persona… beh… non può che far sì che un’affermazione del genere rimanga attaccata al proprio “buon nome” come un cane ringhioso alle calcagna. Chiunque si siederà davanti a Scajola gli leggerà quella frase come tatuata sulla fronte. E non è propriamente bello.

Poi ci si è messo Franceschini a ritirare fuori il Colosseo: il Ministro ha approvato via Twitter “l’idea dell’archeologo Manacorda di restituire al Colosseo la sua arena”. Per farci cosa? Forse manifestazioni (concerti?). Non ho un’opinione in merito: un giudizio lo si potrebbe dare solo alla fine di eventuali lavori. Posso solo dire che sono contrario ai monumenti “statici”, preferisco quelli dinamici, che possano anche cambiare funzione (in questo caso l’immobile si riapproprierebbe della funzione originaria). Vedremo.

E con tutto questo parlare del Colosseo mi è soggiunto alla memoria un video di un artista canadese che oggi in pochi si ricorderanno, Corey Hart. Il biondino aveva girato un video a costo zero di lui che gironzolava da quelle parti, con il ciuffo “da maledetto” bagnato da una inusuale pioggerella romana, un impermeabile rubato all’ispettore Colombo, uno sguardo da finto cattivo e l’occhio languido che rimandava direttamente al connazionale Brian Adams. Con una pelle più levigata, obviously.

Un video e una canzone che oggi quasi mi vergogno di conoscere, e che invece all’adolescente brufoloso del 1986 piaciucchiava eccome.

Diciamo, a questo punto, che mi piace a mia insaputa.

(Paolo Bardelli)

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