NOTHING, “Guilty Of Everything” (Relapse Records, 2014)

nothing-guilty-of-everythingI Nothing sono una creazione del cantante e songwriter di Philadelphia Dominic Palermo. “Guilty Of Everything” è un disco d’esordio, ma Palermo ha all’attivo un discreto numero di uscite in LP e demo: prima una breve vicenda hardcore con i suoi Horror Show, interrotta a causa di un suo arresto per tentato omicidio, poi una vera e propria rinascita spirituale attraverso la musica che con i Nothing lo ha portato, dopo due LP e un demo, al complimento di questa prima fatica portata a termine, un disco che è un tributo all’intera “tradizione” shoegaze.

Inizia tutto con “Hymn to the Pillory”, che all’inizio, da lontano sembra “Frittering” dei Mercury Rev e dopo un minuto si rivela essere molto più simile a “When You Sleep” dei My Bloody Valentine. Da qui in poi si viene immersi in un mondo denso di riferimenti musicali, testi a metà tra il bucolico e l’isolamento, aggrappati alla voce rarefatta di Palermo, in un’atmosfera che galleggia sul riverbero di muri di chitarre, che ci fa riattraversare alcune tappe fondamentali dai primi anni ’90 a oggi: oltre ai già citati, le suggestioni di Slowdive ed Explosions In The Sky sono evidentissime, fino a momenti di richiamo al punk e al garage-rock – “Bent Nail” e “Get Well” si staccano dal rumore bianco per travolgere in velocità l’ascoltatore.

La title-track in chiusura, scissa, come il resto dell’album, tra un riff delicato e una distorsione prepotente, è un’ottima sintesi dell’intero disco: lascia soddisfatti, ma viene da chiedersi cos’altro sia in grado di fare la band: i Nothing si ispirano a tutti, ma non scimmiottano nessuno; la loro è una sapiente arte di composizione ed evocazione, non corrono mai seriamente il rischio di suonare anacronistici. Ma è chiaro come tutto il talento compositivo sia usato per omaggiare forme ormai in disuso, che vengono restituite in un’ottima luce, ma che hanno intrinsecamente poca novità da comunicare.
Bene fin qui, per meno di quaranta minuti. Attendiamo lo split con i Whirr, in programma per quest’anno, e intanto speriamo che per il prossimo lavoro il gruppo riesca a canalizzare la propria creatività in direzioni nuove, i numeri ci sono tutti.

65/100

(Pietro Di Maggio)

26 marzo 2014