Amy Winehouse, 27, in peace

Dio ha in gloria coloro che muoiono giovani (intorno ai 27 o giù di lì). Cristi che si struggono di una vita piena di regole e formalismi, controllo e ipocrisia. Uno spirito arcaico, quello che era stato indiano per Jim Morrison, seguita nonostante tutto ad aleggiare per questo pianeta desolato, ad insinuarsi nell’animo dei prescelti: Animi che se ne sbattono. Animi sensibili e di talento, nei quali il fuoco brucia dirompente coinvolgendo tutto il resto, restando impresso nelle coscienze degli spettatori. Animi per indole votati al sacrificio, per istinto presi di mira dalla meschinità umana e spinti sulla croce, lasciati a se stessi, alla follia e alle pillole, perché è così che va e che deve andare. Perché se hai in animo di essere te stesso e fottertene di tutte le stronzate che vedi e senti in giro, allora non ti resta che “dimostrare”, piantarla una buona volta con la vita, il prima possibile. Prima che il tempo scada, prima di assumere le sembianze di un pagliaccio, di un ciarlatano, di uno che si piange addosso e che a conti fatto avrebbe anche un po’ rotto. Il talento qui, le emozioni, non c’entrano già più niente. Non puoi essere davvero quello che canti, è assurdo, non conviene!

Nel 2011, anno dell’era business, funziona ancora così, anzi più di prima. Giacché il nulla e gli interessi intanto hanno fatto progressi, di animi genuini che se ne sbattono con personalità ne son rimasti ben pochi, sono sempre di meno, e per cui gli occhi che hanno addosso sono sempre di più, e sempre più esigenti: una volta esaurite le energie, la morte resta l’unica cartella di rendita accettabile. Amy era da tempo distrutta e ridotta in fin di vita dall’inquietante attenzione di questi meccanismi, più di una volta era stata data per spacciata e prossima alla fine: “Tenetevi pronti, ci siamo!”.

Amy Winehouse, inglese di Enfield (Londra), appena due album all’attivo (“Frank” del 2003 e “Back to black” del 2006), martire di animo e voce nera, se ne va in circostanze ancora da chiarire il 23 Luglio del 2011. A 27 anni. A detta del padre, molto materiale era già pronto dal 2008, ovvero tante brave persone sono già lì a contendersi le prossime uscite. Tante brave persone erano già lì pronte sull’onda del business del postumo. Ad Amy non era rimasto che il mito: la pace. Finalmente, anche per lei, sono arrivati.

(David Capone)

24 luglio 2011

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