Kalporz Awards 2008

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MUSIKÀL! AWARDS 2008

I 20 dischi dell’anno secondo Kalporz.

Scrollare per credere.

20. DEERHUNTER – Microcastle

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L’annosa questione oramai sembra essere: i Deerhunter sono più bravi quando scrivono canzoni o quando si mettono a sperimentare sui suoni? Un quesito che lascia il tempo che trova, sia detto tra noi, ma quale che sia l’aspetto di questa miracolosa band che preferite, in “Microcastle/Weird Era Cont.” lo troverete senza dubbio.

19. BAUSTELLE – Amen

E si fottano i duriepurismi! Se la canzonetta italiana oggi avesse ancora un senso, dovrebbe suonare più o meno così.

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18. BUGO – Contatti

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Slanci e abbandoni, spinte emotive e intimi ripiegamenti. Questa volta lo sguardo contemporaneo di Bugo si avvale delle elettro-lenti di Stefano Fontana. E tutto è piu a fuoco.

17. MESHUGGAH – obZen 

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Violenza meccanica esasperante, senso del groove quasi funky, controllo delle dinamiche esagerato. Capolavoro.

16. ROBERT OWENS – Night Time Stories

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Perchè qua dentro puoi sentire la Voce ultraterrena della house. Un immortale.

15. THE HOLD STEADY – Stay Positive

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Personale disco dell’anno per il disco più “rock” che mi sia capitato di ascoltare in questi dodici mesi. La band di Brooklyn, che ho sempre snobbato perché pensavo fosse una robettina wave alla moda, dimostra quanto io avessi torto con un album “classico” coi controcazzi. Le canzoni sono bellissime – sopratutto “Constructive Summer” e “Lord I’m Discouraged” – e si basano su un canovaccio che da queste parti sfonda sempre una porta aperta: Springsteen + Replacements.

14. GUILTY SIMPSON – Ode To The Ghetto
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Prodotto dalla meglio gente di Detroit e dintorni, “Ode to the ghetto” non si fa mancare nulla né sul versante musicale né su quello delle liriche: le basi fanno muovere la capoccia senza mai scadere nel grossolano, il flow di Guilty è sempre cucito su misura, i ritornelli sono azzeccati dal primo all’ultimo. Musica marcia di strada servita coi guanti della festa, la dimostrazione che si può fare i tamarri senza rinunciare a una certa eleganza stilistica.

13. CARL CRAIG & MORITZ VON OSWALD – Recomposed by. Music by Maurice Ravel & Modest Mussorgsky

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Dal sacro incontro tra Detroit e Berlino, nasce un’opera sconvolgente, di fronte alla quale la reazione più naturale è sentirsi completamente annichiliti…

12. WILDBIRDS & PEACEDRUMS – Heartcore

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Come creare un mondo con una voce e una batteria. Il suono diventa un affare primitivo, essenziale, di una bellezza completamente selvaggia.

11. NICK CAVE & THE BED SEEDS – Dig!!! Lazarus Dig!!!
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Nuovamente affiancato dai Bad Seeds il 14° di Re Inchiostro risente non poco dell’espressività noise / blues dell’album precedente. E Lazzaro è a New York nei panni del mago Houdini.

10. PIVOT – O Soundtrack My Heart
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Assolutamente bello ed inaspettato, coinvolgente, emotivo. “O Soundtrack My Heart” vive di un suono trasversale che abbraccia post rock ed elettronica dando vita ad una delle migliori operazioni della Warp negli ultimi anni.

9. THE BLACK ANGELS – Directions To See A Ghost
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Tre-accordi-tre suonati come i Warlocks più seri che riesumano Jim Morrison e se lo fumano. Acidoni.

8. BONNIE “PRINCE” BILLY – Lie Down In The Light

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Un disco che al primo ascolto ti sembra stucchevole e al secondo ti lascia di stucco, per la maniera in cui riesce ad essere tradizionale, buono e ‘famigliare’ senza mai sprofondare nel democristianesimo. I Good Old Days al primo posto!


7. ELBOW- The Seldom Seen Kid

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Un disco-città, un disco-mondo, come le utopie urbanistico-architettoniche di Antonio Sant’Elia o le cartografie deliranti di Etiene-Louis Boullèe. Una miniatura di miniature, una “wunderkammer” scavata nel retrobottega segreto dei nostri pensieri, piena di dotti paradossi stilistici e volti interessanti con cui fermarsi a chiacchierare del Nulla, più o meno. Spero prima o poi di vivere una giornata intensa come questo disco.


6. SPIRITUALIZED – Songs In A & E

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Il grande ritorno di Jason Spaceman dopo due uscite non esattamente azzeccate. Tante grandi canzoni, una sfilza di emozioni, il marchio di fabbrica sempre presente e la consapevolezza di essere in grado di esprimersi ad altissimi livelli. Toccante, e il doppio vinile verde detta legge.

5. LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA – Canzoni da spiaggia deturpata

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Insomma, cosa ci racconteremo di questi anni Zero? Ci inventeremo un Settantasette tutto nostro, perchè ognuno ha diritto alla sua rivoluzione da raccontare.

4. GNARLS BARKLEY – The Odd Couple

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Riannoda la vecchia e la nuova tradizione soul. Cee-Lo e Danger Mouse sono dei magnifici “abbronzati”.

3. TV ON THE RADIO – Dear Science

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Il cuore nero di Brooklyn ci pompa la passione per tirare a campare. Il lato romantico dei TVOTR, ma ben lontano dal rammollimento.

2. FLEET FOXES – Fleet Foxes

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Ma in che anno siamo? ’68? Ma di quale secolo? Tra West Coast e la febbre dell’oro, l’antidoto al logorio della vita moderna.

1. PORTISHEAD – Third

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Semplicemente l’affresco del nuovo millennio. Non solo trip-hop, ma momenti più acustici e apocalissi elettro-industriali.