DREAMLAND, Underwater (Dogfingers/Uncle Buzz rec. 2001)

Più che un contenitore di quattro brani fra loro indipendenti, “Underwater” costituisce un’opera unica suddivisa in quattro quadri: tale infatti è la sensazione che produce il concatenamento stretto delle prime tre tracce, senza soluzione di continuità, e la funzione quasi riepilogativa della title track, suddivisa in cinque parti ben saldate.

Quello che il chitarrista James Sidlo (lo abbiamo già incontrato come componente di Honey Barbara) e il tastierista Johnny A. Rodriguez ci propongono è un discorso ambizioso, incentrato su elementi forti dell’immaginario collettivo. Il sole e le sue macchie: in “Sunspots”, vasto affresco di apertura, pare di avvertire i potenti campi elettromagnetici generati dalla nostra stella. La luna e il suo influsso sulle maree: “Brief Moon” si colloca fra “I Frequency, Dream in Soundwaves”, dove la voce modula una ninnananna inarticolata che è già essa stessa un sognare sospeso, ‘liquido’ – quasi un russare! – e la conclusiva suite – possiamo definirla così – che, immergendoci nell’acqua, elemento primordiale, ci conduce nelle inesplorate profondità marine.

È musica cosmica quella del duo statunitense; un primo album di ambient concettuale, non descrittivo ma filtrato e astratto: una visione attraverso il velo del sogno.

Questa è la nostra interpretazione: considerato anche il genere musicale in questione – interamente strumentale – si tratterà solo di una delle tante possibili, per giunta poco indovinata.

Il disco è acquistabile su www.dogfingers.com e www.unclebuzz.com.

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