MANU CHAO, …Proxima Estacion… Esperanza (Virgin, 2001)

Ancora suoni e parole dal mondo, a cura di uno che se ne intende. L’ex cantante dei Mano Negra, nel suo continuo peregrinare tra Sudamerica, Europa e Nordafrica, ci indica una di quelle stazioni dove vale la pena scendere, sempre. Divenuto ormai quasi un leader politico in molte realtà Centro e Sud Americane, rischiando svariate volte l’arresto per i suoi concerti improvvisati fra la folla, Manu ci ripropone la sua miscela fatta di reggae/ska filtrata da una leggerezza e da una non troppo latente malinconia prettamente latina. Il risultato non si discosta molto dal precedente e fortunatissimo “Clandestino”, presentando un sound unitario e fresco, dove le tracce sono continuamente legate tra loro da un bridge sonoro, dando spesso l’impressione (errata) di scaturire da una stessa, unica idea. Certo, “Esperanza” potrebbe essere tacciato di ricalcare vecchi schemi, ma io credo che il percorso artistico di Manu debba essere messo sullo stesso piano del suo impegno sociale, della sua vita spesa veramente “on the road” che ha formato e forma quotidianamente la sensibilità di questo piccolo Che Guevara della musica. Manu Chao è questo, prendere o lasciare. Per quanto ci riguarda, optiamo per il primo verbo. Così ci lasciamo trasportare dal tormentone del primo singolo “Me gustas tu” (Manu prova ad elencarci tutto ciò che gli piace, la canzone è una delle più lunghe del disco…) e dal sequel di “Bongo bong”, la dichiarazione d’amore verso Bob Marley, “Mr Bobby” appunto. Proprio “Bongo bong” ci viene servita con un altro titolo, “Homens”, diventando una sorta di rap portoghese/portunol. Decisamente irresistibili sono “Promiscuity” (uno ska che è una vera comica, velocissimo e scombinato), “Papito” (una stramba filastrocca sottolineata da fiati di una banda sicuramente ubriaca o “in viaggio”) e “La vacaloca” (il titolo parla già da solo).

Coadiuvato da una nuova band chiamata Radio Bemba, una specie di ensemble aperto dove i musicisti vanno e vengono, Manu Chao ci fa ballare e divertire con la sua innata leggerezza e ci fa pensare attraverso le sue piccole grandi denunce. Soprattutto ci fa riflettere la sua personalità, il suo modo di interagire con “l’altro”, la capacità di trascinare con coscienza. Un grande artista, una bellissima persona.

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