JOAN OF ARC, The Gap (Jade Tree, 2000)

Ho impiegato del tempo prima di apprezzare veramente questo bellissimo ultimo lavoro del quintetto di Chicago: il primo ascolto infatti non basta per capire la musica di questa band che compone melodie (se così si possono definire) stranissime, disordinate e talvolta “stonate”. Ascoltando la canzone con cui si apre “The Gap” realizzo solo dopo alcuni minuti che non si tratta del cd rovinato, ma è il suono della band che si interrompe di continuo minando la fluidità del brano. “As Black Pants Make Cat Hairs Appear” inizia tra un ripetitivo frastuono di vetri infranti, i versi di un Tim Kinsella scazzato al limite della stonatura, un paio di chitarre strimpellate alla buona e una batteria scoordinata che segue uno spartito tutto suo…. Qualcuno si starà chiedendo: “ma cos’è ‘sta roba?!”. Per quel che mi riguarda la risposta è semplice: un modo originale di comporre musica! Talmente originale che mi risulta difficoltoso separarmi dall’ascolto di questo album (sono numerose le volte in cui mi ritornano in mente certi motivi).
Stiamo parlando di un lavoro scompigliato in cui le canzoni si sovrappongono l’una sull’altra intrecciandosi in una ambigua trama pervasa da malinconia (“Knife Fights Every Night”) e allegria. Un melange di suoni slegati tra loro, liberi di muoversi secondo partiture indipendenti, talvolta divergenti. Basta ascoltare un pezzo come “Pleasure Isn’t Simple” per rendersene conto. Suoni che scardinano la concezione tradizionale della musica per lasciare spazio ad un’avventurosa ricerca di un suono rivoluzionario a volte sciatto, indubbiamente lontano dagli stereotipi odierni. Tale obiettivo è raggiunto dalla band nei momenti in cui questo “disordine sonoro” diventa gradevole e rilassante, accompagnato da un irresistibile Tim Kinsella che con i suoi fraseggi semplici e il timbro vocale “tardo-adolescenziale” rende ogni canzone un piccolo capolavoro.

“The Gap” non è un album facile. Ora non voglio dire che sia ad esclusivo appannaggio di una élite di palati fini consumatori di musica, ma di certo non si addice ad ascolti rapidi e distratti.

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