DIDO, No Angel (BMG/Arista, 1999)

Da qualche giorno “No Angel” è certified platinum, ha venduto il milionesimo disco. Era ora! L’album avrebbe meritato un altro sprint. Fuori a metà del 1999 ha dovuto aspettare il featuring con Eminem sul supersingolo “Stan”, per esplodere. Eppure c’era di che gioire già prima. Da quest’album sono venute due sigle, al cinema “Sliding Doors” e in televisione la serie “Roswell”. E Dido non era nemmeno una sconosciuta. La carriera la iniziò insieme al fratello Rollo nei Faithless, a suonare trip-hop. “Reverence” vendette cinque milioni di copie, e il tour durò due anni. Un’esperienza capitale, e pensare che in principio c’era una bimba prodigio che a dieci anni suonava piano e violino…
Il periodo classico e la passione per Ella Fitzgerald hanno lasciato traccia, ma i Faithless l’hanno cresciuta. “No Angel” allora è un album misto, ricco di elettronica ma subordinato alla voce. Mentre la voce dà anima all’album, gli arrangiamenti e la produzione portano l’album su un territorio che non è pop né trip. Gli inglesi chiamano questa evoluzione nobile del pop ‘urban’. Per intenderci, con musica tradizionale, suonata e tutto, Dido sarebbe stata una sorella giovane di Sinead O’Connor, o dei Cranberries persino. D’altra parte la base elettronica non la fa assomigliare agli Everything But the Girl, e nemmeno ai Massive Attack. Qualcosa a mezza via, stando larghi. In effetti è semplicemente il suo stile, maturato dai Faithless ma costruito sulla collezione di dischi del fratello Rollo. Rock, Punk, la storia della musica moderna. Ne viene un album completo, compatto, molto piacevole. Un buon album, non epocale intendiamoci, ma è il debutto solista. Ed è originale, diverso da prodotti seriali sugli scudi questi anni. Con i quali Dido condivide zone altissime delle charts. Ha inaugurato il 2001 nella top ten, finalmente un bel vedere anche lassù.

Il prossimo album potrebbe consacrarla. Per ora comunque ci sono undici pezzi niente male. Tutti girano intorno a amore, affetti, niente di particolare. A cambiare è l’atmosfera dei brani, e in questo sono maestri i musicisti e gli arrangiatori. E i produttori, trattandosi di musica elettronica. L’interpretazione di Dido fa il resto, con talento e versatilità. Se avete ascoltato “Stan” di Eminem, o visto Gwyneth Paltrow in “Sliding Doors”, sarete felici di ritrovare “Thank You”. La sigla di Roswell è “Here With Me”, che è anche il primo singolo. Che altro?, “My Lover’s Gone” proviene dall’ultimo dei Faithless, “Honestly Ok” mi è piaciuta molto. Insomma un album per tutti, da avere. Fatelo vostro.

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