• BJORK, Volta (One Little Indian / Universal, 2007)

    Un manichino già usato troppe volte, coperto da vestiti nuovi: ecco, dopo infiniti ascolti, che cos’è “Volta”. Quando si parla di Björk, ammetto di essere di parte: ho troppo amore per le infinite curiosità degli anni ’90, per quel saltellio divertito tra mille suoni diversi dove, grazie a lei, le gabbie dei generi sembravano dissolversi;…

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  • COLLEEN, Les ondes silencieuses (Leaf / Wide, 2007)

    “Io la musica son, ch’ai dolci accenti so far tranquillo ogni turbato core, et or’ di nobil ira et or’ d’amore poss’infiammar le più gelate menti”: è la stessa Cecile Schott, in arte Colleen, a citare questo passo dell’”Orfeo” di Monteverdi dalle pagine del suo sito, e non è un caso: dopo le architetture di…

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  • OLOCOMBUSTIONI PANICHE, We Have Blood Inside (Shyrec, 2007)

    Terra strana, il Veneto. Capace di custodire gruppi che suonano per anni e anni senza esordire mai (a quanti mancano i Northpole come a me?), o di concepire la new wave italiana perfino meglio dei clamori fiorentini di inizio anni ’80 (i Frigidaire Tango, che finalmente qualcuno ha ricordato). Che c’entra tutto questo con le…

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  • 120 DAYS, “120 Days” (SmalltownSupersound / Wide, 2007)

    120 DAYS, “120 Days” (SmalltownSupersound / Wide, 2007)

    In Norvegia sono pazzi. Non c’è altra spiegazione. Voglio dire, come è possibile che questa orgia di lunghissime canzoni lanciate su oscure autobahn, gonfie di tastiere anni ’80 e di linee di basso ossessive e oscenamente pulsanti, sia arrivata al numero 1 delle classifiche di vendita? Mi chiedo come potrebbe reagire l’ascoltatrice media di una…

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  • DOG DAY, Night Group (Tomlab / Audioglobe, 2007)

    Mai letto un comunicato stampa? Raramente uno di quei fogli autocelebrativi e strabordanti di elogi riescono a descrivere bene quello di cui vorrebbero parlare. In questo caso, però, sì; hanno perfettamente ragione, quelli di Tomlab, quando scrivono che il debutto dei canadesi Dog Day sta da qualche parte tra “The queen is dead” e “Rather…

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  • PERTURBAZIONE, Pianissimo fortissimo (Capitol / EMI, 2007)

    Sono i piccoli particolari che ti raccontano se sei ancora innamorato della persona che hai al tuo fianco, o se tutto sta finendo. Annusare il cuscino e cercare il suo odore. La volontà che scappa via, perché rivedersi è come pizzicare un nervo nascosto. Capire che “invecchiare insieme a me dev’essere un’idea terrificante”. Una casa…

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  • …A TOYS ORCHESTRA, Technicolor Dreams (Urtovox / Audioglobe, 2007)

    …A TOYS ORCHESTRA, Technicolor Dreams (Urtovox / Audioglobe, 2007)

    “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata dal sonno”. (W. Shakespeare) Meglio dormire, e cercare di sognare. E chi dice che, proprio mentre si sogna, non si abbia maggior lucidità? Sull’argomento si sono scervellati, molto meglio di me, caterve di scrittori e filosofi,…

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  • VELVET SCORE, Scarecrows (Black Candy / Audioglobe, 2007)

    Ci si sono rotti il collo in molti, a camminare sul crinale tra rumore e melodia. Ma i Velvet Score non sono tra questi alpinisti sconsiderati: è un territorio che, arrivati al secondo album, riescono a padroneggiare davvero molto bene. Incasellati da subito nel filone post-rock, il quartetto in realtà ha puntato da subito molto…

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  • LOW, Drums And Guns (Sub Pop / Audioglobe, 2007)

    Bellezza soffocata. Respiro che si blocca in gola e che non esce, non può uscire. Anche se fingessimo di non sapere cosa è successo negli ultimi mesi a chi ha scritto queste canzoni, è fin troppo chiaro che “Drums and guns” è figlio di una crisi depressiva: in questi quarantun minuti è l’aria che viene…

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  • A HAWK AND A HACKSAW, The Way The Wind Blows (Leaf / Wide, 2006)

    A HAWK AND A HACKSAW, The Way The Wind Blows (Leaf / Wide, 2006)

    “I Balcani sono una polveriera”: quante volte lo abbiamo sentito dire, e quante volte questa frase si è poi rivelata vera? Un’Europa ancora nascosta, che il mondo ha imparato a conoscere solo attraverso i film di Kusturica e Paspaljevic; eppure, la vitalità musicale di quelle terre è ancora tutta da indagare. Ci ha pensato Goran…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010