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“Labess” è il nuovo EP di go-Dratta, compositore di musica elettronica, nato e cresciuto a Palermo e da sempre proteso nella sua ricerca nell’esplorare le varie correnti sonore che attraversano il Mediterraneo.
“Labess”, che in arabo tunisino significa “Tutto bene”, è un EP che abbraccia idealmente l’intera area del Mediterraneo, con Palermo come epicentro culturale e simbolico. “Ho immaginato un ponte musicale che collega e celebra le culture che, nel corso della storia, hanno intrecciato le loro radici in questo mare comune, raccontando storie di vita vissuta, viaggi e incontri” – spiega go-Dratta. “Questo lavoro è stato inoltre una sfida: volevo liberarmi dalla negatività e trasformare la musica in un manifesto di libertà e resistenza all’odio e alla guerra”.
L’EP si sviluppa attorno a un concetto molto forte di contaminazione musicale e identitaria. Strati percussivi e costruzioni armoniche si intrecciano, creando un equilibrio tra pulsazioni che affondano le radici nella stessa matrice: la techno e la musica afrodiscendente, entrambe espressioni di una comune eredità ritmica, da modulazioni di stampo mediorientale e tessiture elettroniche, dando vita ad un linguaggio sonoro che attraversa epoche e territori.
Di seguito ci racconta la gestazione di questo EP attraverso 7 ispirazioni del suo percorso esistenziale ed artistico
Palermo
Palermo, la città in cui vivo, mi ha permesso da sempre di familiarizzare con culture differenti che, in maniera più o meno armoniosa, convivono nella stessa città. Il nostro DNA, inoltre, ha molto della cultura araba e, per questo motivo, ho cercato di approfittare del potenziale simbolico che Palermo offre su questo fronte, per descrivere all’ascoltatore il panorama musicale o, comunque, cercare di consegnare ciò che era la mia visione, utilizzando quartieri ed edifici simbolo della città.
Tunisi
Da molti anni, per alcuni periodi dell’anno, vivo e lavoro a Tunisi come sound designer e sound engineer per produzioni teatrali. Fin da subito, l’ho trovata una città internazionale e sorprendentemente ospitale. Proprio da qui ho creato un ponte ideale tra Palermo e Tunisi. È nella capitale tunisina che sono riuscito a concretizzare meglio le idee legate al concept dell’album. Ho avuto la possibilità di comprendere più a fondo quanto le nostre culture, pur diverse, siano in realtà connesse, dal cibo alla musica. Così, con naturalezza, il disco ha iniziato quasi a “dipingersi” da solo.
Luce
Gli avvenimenti a cui ormai siamo abituati, e che stanno sconvolgendo gli equilibri politici, morali ed etici del nostro pianeta, non mi hanno mai lasciato indifferente. Ho sempre cercato, nel mio piccolo, di esprimere il mio disappunto, il mio disprezzo verso qualsiasi forma di violenza. Vivere in luce, contro l’oscurità, è da sempre una via di ispirazione per me e qualcosa che mi sta particolarmente a cuore. Inoltre, la luce è un omaggio potente e universale alle minoranze, alla resistenza e alla forza della ragione contro la guerra.
Labess
“Labess” significa “tutto bene”. Era una delle parole che si sentivano più frequentemente, e che ho iniziato a usare fin da subito a Tunisi. Ho deciso di adottarla come titolo dell’album perché volevo muovermi in contrapposizione – e, in un certo senso, in risposta – ad alcuni dei titoli delle tracce, come “Gaza Zisa”.
Strumenti organici
Trovo sempre molta ispirazione dagli strumenti che ho la fortuna di utilizzare nel mio studio. In particolare, sono molto presenti nelle mie produzioni la darbouka, l’oud e il marranzano. Per quanto possano sembrare strumenti caratterizzanti in generi specifici, riesco a usarli in modo piuttosto variegato, grazie a particolari tecniche di sovrapposizione ed effetti sulla timbrica. Al marranzano è affidata l’apertura di “Porta Felice”, mentre le darbouke sono presenti in ogni brano.
Labess – Babour El Leuh [Tout va bien]
Labess non è soltanto il titolo del mio album, ma anche il nome di un gruppo algerino. Trovo sempre affascinante quando un brano si lega a ricordi ed emozioni. Questo in particolare è stato la colonna sonora della mia residenza nel quartiere Lafayette, a Tunisi. Ho conosciuto questa musica grazie all’amico e attore tunisino Ayman Mabrouk. Ricordi, profumi, preoccupazioni – ma, in generale, tutto ciò che è amore e vita – restano impressi in certi momenti attraverso la musica, e questo può sicuramente contribuire a generare nuove suggestioni e visioni.
Mediterraneo
Il Mediterraneo, da piccolo, alle scuole elementari, era “il mare da ricordare e indicare in cartina”. Ma da quando nasciamo, in realtà, ne siamo profondamente plasmati. È un mare che per i pesci è vita, per noi è relax, e per altri ancora speranza… o morte. Una delle aree più ricche e potenti sotto molti aspetti, eppure, da sempre (o quasi), schiacciata e oppressa da logiche di potere e sottomissione. Questa regione, crocevia di culture e civiltà, per me è un punto di forza, un luogo che sento come profondamente mio, con un senso di appartenenza fortissimo.