Cuperose, le 7 ispirazioni del nuovo album

Cuperose è il nuovo omonimo album di Cuperose, disponibile da venerdì 19 gennaio in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme streaming digitale per La Tempesta Dischi, distribuito da Believe

Anticipato dai singoli SospesoAbitudine e Sottovoce, il nuovo disco combina influenze elettroniche e shoegaze a un approccio da songwriter, “un grido nella speranza di poter esserci ancora per un altro giorno, ma con la prospettiva di scomparire subito dopo”.

Nutrendosi di Bluvertigo, Verdena, Elliott Smith, Massive Attack, Andrea Privitera, cantautore e compositore titolare del progetto, decide di fare di chitarre e distorsioni il focus dell’omonimo nuovo album, mai distaccandosi dal proprio gusto. Il risultato è una sonorità nostalgica, con chiari riferimenti alla new wave, accostata a testi che parlano di suggestioni oscure e popolari che prendono vita grazie a ritornelli e armonie inattese.

Per presentarci l’album, Cuperose si è raccontato attraverso 7 ispirazioni chiave nel suo background musicale

  1. Kid A – Radiohead (album)
    Ho iniziato ad ascoltare approfonditamente i Radiohead abbastanza tardi nella mia vita ma,
    una volta fatto, è stato impossibile non farsi influenzare. Questo album nello specifico ha un
    paesaggio sonico vastissimo e contiene alcuni tra i miei brani preferiti in assoluto (“How to
    disappear completely”; “Idioteque”).
  2. Consequence – The Notwist (single)
    Per quanto possa sembrar banale, questa canzone è stata il motivo per il quale ho iniziato a
    scrivere e a cantare, oltre che a produrre. Nelle canzoni del mio nuovo album ho cercato di
    raggiungere lo stesso grado di emotività che percepivo nel periodo tra i 15 ed i 17 anni,
    periodo in cui ascoltavo compulsivamente la canzone dei The Notwist, ed è stata
    un’ispirazione fondamentale.
  3. Men I Trust (band)
    Tra le mie band più ascoltate in assoluto. Probabilmente continueranno ad influenzarmi per
    sempre.
  4. Shlohmo (Producer)
    Ho iniziato a produrre nel 2016 circa e Shlohmo è presente da allora. L’unione di elementi
    organici ed elettronici all’interno delle sue tracce è una delle cose che ho cercato di imitare di
    più nei miei primi anni di produzione. Molti dei colori elettronici presenti nel mio album
    vengono indirettamente da idee nate dall’ascolto di artisti come Shlohmo (o Massive Attack,
    per citarne altri).
  5. Garage
    L’intero album è stato prodotto e scritto nel 2021, da me, nel mio vecchio garage, in cui c’era
    una finestra sempre aperta a causa della presenza della caldaia. In quel garage ho passato
    gran parte di quell’anno, sia con amici che in solitudine, ed è stata la parte fondamentale del
    processo di produzione e scrittura delle canzoni.
  6. Risonanze
    Nelle tracce sono presenti molte armonie vocali. Avendo in garage un’acustica non ottimale,
    durante l’ascolto uscivano sempre molte risonanze altrimenti non percettibili, le quali mi
    hanno aiutato a “sentire” le armonie, che poi andavo a registrare successivamente.
    Inizialmente questo processo era abbastanza passivo ma, dopo esserne diventato
    consapevole, ho iniziato a sfruttarlo e a dedicare del tempo all’ascolto attivo di queste
    risonanze.
  7. Fotografia
    Sempre nel 2021 ho iniziato a scattare in analogico. Tra le migliaia di foto scattate c’è quella
    che è attualmente la copertina dell’album (lavorata poi da Martin Alexander Pividori per le
    uscite discografiche).