Cosa ci facciano i Radiohead in un festival del genere, non ci è dato sapere. In questo anomalo mini-tour delle prime volte in Austria, Polonia e Repubblica Ceca con gran finale nella classica britannica del Leeds/Reading Festival, che parte proprio da St Pölten, ridente città austriaca a un’ora da Vienna, nel Green Park, location a metà strada tra parco e spianata di cemento circondata dal verde. Due parchi, uno diurno e uno notturno, e sette palchi in cui si alternano centinaia di band senza un particolare filo conduttore. Che sia varietà, e lo testimonia la varietà della fauna in platea malgrado la netta prevalenza di teenager teutonici in cerca di casino rigorosamente organizzato, o che sia improvvisazione, tra vecchi e nuovi big new name britannici, electro e improbabili artisti tedeschi, poco importa, perché la qualità, in fin dei conti non manca.
20 AGOSTO
Mentre un continuo sciame di indigeni trasporta incessantemente indefiniti quantitativi di birre in lattina dal più vicino ipermercato al campeggio del festival, il malinconico battesimo del fuoco nell’assolato primo pomeriggio austriaco tocca a un reduce dei reduci dei Ramones. CJ Ramone prova a scaldare una platea prematuramente su di giri con ripescaggi vari dalla triste epopea dell’incontrastata leggenda punk del ventesimo secolo. Ci riesce e il tutto fa sorridere, non solo per i quattro quarti ma soprattutto per scene di pogo e crowd-surfing alle due di pomeriggio. Meglio risparmiarsi utili energie per resistere alla maratona di quindici ore tra i due parchi e seguire il nostalgico teatrino con il giusto distacco dalla sala stampa che offre birre e bibite e in cui si avvicendano, indiscriminatamente accomunati dal tasso alcolemico, star del festival note (Glasvegas, Jet, Ting Tings, Eagles Of Death Metal, AFI, Rise Against) e meno note almeno nel resto d’Europa (Peter Fox, Volbeat, Cuveé), sedicenti fotografi e ancor più sedicenti icone dei media nazionali. Intanto prendono posto sul palco principale i Glasvegas, che oltre a riproporre il solito ruffiano messaggio d’amore alle ragazze del luogo “the best ever seen” sfoderano tutto il potenziale di band da stadio con un sound che, senza perdere il peculiare impatto shoegaze che tanto ha apprezzato uno dei loro sponsor Alan McGee, convince per compattezza. Ci sono quasi tutti i brani dell’acclamatissimo esordio, da “Geraldine” alla stranota “Daddy’s Gone” passando per la corale “Go Square Go”. Arriva subito la parentesi it’s only rock’n’roll con la rovente esibizione degli australiani Jet che, pur spudoratamente derivativi, picchiano duro e tengono il palco a meraviglia, mai sottotono da “Cold Hard Bitch” a “She’s A Genius” senza tralasciare quel mezzo di plagio di “Lust For Life” che li ha resi famosi e che comunque divertente sempre. Se non l’aveste capito, l’incontenibile “Are You Gonna Be My Girl”.
KASABIAN Vlad the Impaler Underdog Shoot The Runner Cut Off Processed Beat Empire Where Did All The Love Go Take Aim Fast Fuse The Doberman Club Foot Stuntman You Got The Love (Candi Staton Cover) L.S.F.
The TING TINGS We Walk Great DJ Fruit Machine Keep Your Head Shut Up And Let Me Go Impacilla Carpisung That’s Not My Name
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