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“immagini sensibili”, in uscita il 16 maggio 2025 per Panico Dischi, è il primo album di CALLIOPE, progetto della cantautrice toscana Giulia Agostini, vincitrice del premio Music is the Best 2024, la piattaforma di scouting per nuovi talenti di Panico Concerti. Dentro “immagini sensibili” ci sono storie vere, persone reali e animali fantastici ma non di fantasia, sentimenti esistiti per davvero, anche solo per un attimo.
«Il disco – racconta Calliope – contiene un gruppo di canzoni nate tra i miei 25 e 30 anni. Anni di crescita e di scosse, di fondamenta che crollano e mani che ricostruiscono. Anni di solidificazione, quando scopri di aver sbagliato tutto e vuoi rimediare». Il filo rosso che le unisce è, appunto, l’immagine: parole che diventano scatti, istantanee che danno forma ai sentimenti, pennellate che imprimono il movimento su tela. Così i brani si trasformano in una fotografia o un quadro, per immortalare per sempre il tempo. Ogni canzone è nata in solitaria, al pianoforte o alla chitarra, sempre partendo dal testo. L’album è stato prodotto a partire dall’estate del 2022 insieme ad Andrea Scardigli e Renato D’Amico.
«A livello testuale, mi sono lasciata ispirare dai poeti e dalle poetesse che ho incontrato lungo il mio percorso: Giacomo Leopardi, Eugenio Montale, Fernando Pessoa, Emily Dickinson, Antonia Pozzi, Sylvia Plath, Mariangela Gualtieri, Patrizia Cavalli». Le loro voci, il loro modo di plasmare il linguaggio hanno influenzato profondamente la scrittura dell’artista. Così come la traccia lasciata dai luoghi in cui ha vissuto: nata e cresciuta in campagna, Calliope ha da sempre avuto un rapporto emotivo e simbolico con la natura. Le distese di terra, il ritmo lento delle stagioni, il silenzio interrotto solo dal vento o dal suono degli animali: tutto questo ha influenzato il suo modo di percepire il tempo, di relazionarsi con la noia e di raccontare le emozioni. La natura è spesso una metafora, uno specchio in cui riflettersi, un elemento che dà corpo a sentimenti e ricordi.
Per raccontarsi, la giovane cantautrice ripercorre così le sue ispirazioni attraverso 7 classici letterari che ne hanno segnato l’esistenza e il background.
1. “Ossi di seppia” di Eugenio Montale
È nato tutto da qui, per la sua capacità di creare immagini con le parole. Per il modo in cui la poesia diventa architettura del paesaggio interiore.
2. “Canti” di Giacomo Leopardi
Per l’infinito che abita nelle cose minime. Per le storie che possono essere immense anche quando sembrano solo “normali”.
3. “Parole” di Antonia Pozzi
Perché grazie a lei ho imparato che la fragilità può essere una forma di resistenza. Che la solitudine può diventare creazione.
4. “Sillabe di seta” di Emily Dickinson
Per la sua capacità di palpare l’invisibile con precisione chirurgica. Per il modo in cui rende visibile ciò che non ha forma.
5. “Bestia di Gioia” di Mariangela Gualtieri
Perché ogni sua poesia è un corpo vivo che respira nel suono. Per la sua carnalità nel nominare le cose.
6. “Questo immenso non sapere” di Chandra Livia Candiani
Perché mi ha insegnato che ascoltare è un gesto creativo. Nei suoi testi c’è una voce spirituale che non è religiosa, ma profondamente umana.
7. “Trilogia di Copenaghen (infanzia, gioventù, dipendenza)” di Tove Ditlevsen
Per la sua scrittura brutale e lucidissima. Tove racconta la vita senza filtri, con una sincerità gelida che rende ruvida la pelle.