Gary Young, in un documentario la storia del primo batterista dei Pavement

Stockton, California, 1989. Gli amici Stephen Malkmus e Scott Kannberg, entrambi di 23 anni, cercano un posto dove provare e, successivamente, registrare le loro canzoni. Per suggerimento, arrivano allo studio casalingo di un certo Gary Young (36), produttore e batterista con una lunga storia nella scena musicale della città fin dalla fine degli anni ’70, il cui curriculum spesso viene esaltato dall’autoaffermazione di aver assunto LSD 375 volte.

È su questa figura elettrica, divertente e curiosa di un ex-hippie che si concentra il documentario “Louder Than You Think” (2023), del regista Jed I. Rosenberg, con il gancio della sua partecipazione alla band dei due ragazzi citati nel primo paragrafo e che sarebbe diventata un’icona della scena alternativa americana degli anni ’90, i Pavement. O come lo ha definito lo stesso regista: “Come un tipo come Gary ha trovato la sua strada verso la celebrità del rock alternativo?”.

Nel corso di 90 minuti, il documentario segue ciò che può essere chiamato “ascesa, caduta e ritorno” del batterista esperto, fan dei Yes e con un background di partecipazione a vari progetti musicali, insieme a un gruppo di musicisti molto più giovani di lui e con visioni musicali (e non musicali) molto diverse dalle sue, ma che nel corso di alcuni anni hanno funzionato bene e hanno prodotto un album che può essere considerato un classico, “Slanted and Enchanted” (1989), influenzando un’intera generazione di band.

In modo spontaneo e per le sue qualità come musicista, Gary finì per unirsi ai Pavement, che all’epoca avevano solo due chitarristi e una batteria elettronica. La sua partecipazione nei primi anni della band contribuì significativamente a definire gran parte del suono del gruppo durante quel periodo, che si distingueva soprattutto per gli aspetti lo-fi. Quando interrogato a riguardo nel film, Gary risponde in modo enfatico che questo concetto non esiste e che ogni registrazione viene fatta per ottenere la migliore qualità possibile.

Con un lavoro di ricerca e produzione che ha richiesto circa tre anni e mezzo, “Louder Than You Think” sfugge allo standard diventato comune nei documentari, pur presentando molti degli elementi abituali (video e foto rare, interviste alla band e a persone vicine) adottando una narrazione con marionette e animazioni che si sposano bene con la figura psichedelica che il copione cerca di ritrarre. Aggiungici interviste preziose a Gary negli anni 2000 e una più recente, con la sua salute compromessa da problemi alla colonna vertebrale, alla circolazione e ancora con l’alcol, una delle ragioni che portarono alla sua uscita dalla band nel 1993.

Peraltro, le varie registrazioni delle sue esibizioni sul palco con la band, che fosse con il suo stile vivace di suonare, che fosse facendo l’equilibrista durante un momento solista di Malkmus o uscendo dal palco durante lo spettacolo per prendere da bere, sono alcuni dei momenti impagabili e divertentissimi del film – forse non tanto per la band o per Malkmus all’epoca.


Da una prospettiva più recente, durante le interviste ai membri dei Pavement, si può sempre notare un sorriso quando si parla della fase con Gary alla batteria. Tranne quando il batterista, convinto che la band dovesse firmare un contratto milionario con una grande etichetta discografica, decise di prendere in mano la situazione, motivo principale del suo allontanamento dal gruppo.

Oltre al rapporto di Gary con i Pavement, “Louder Than You Think” cerca di mostrare la figura umana di Gary e un po’ della sua storia prima e dopo i Pavement, come il progetto Gary Young’s Hospital, che ha fondato con gli amici e che ha persino realizzato il divertente videoclip di “Plant Man” (con la partecipazione di Thurston Moore) trasmesso su MTV e preso in giro nel programma di Beavis and Butthead.

“Louder Than You Think” è il nome dello studio casalingo di Gary, costruito in gran parte con i soldi ottenuti dalla vendita di droga. “Louder Than You Think”, il film, è un omaggio giusto e potente a una figura poco discussa della musica alternativa, ma che ha contribuito a definire quella che molti considerano la fase più interessante dei Pavement. Fortunatamente, Jed I. Rosenberg è riuscito a far uscire il documentario mentre Gary era ancora in vita: il film è stato presentato in anteprima a marzo del 2023 e Gary è venuto a mancare in agosto, ma è stato comunque celebrato personalmente in alcune proiezioni, come merita di essere celebrato da tutti ora.

(Luciano Ferreira)

Luciano Ferreira è un editor e redattore presso Urge :: A Arte nos conforta e collabora con il Scream & Yell.

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