Joe Hisaishi, l’anima musicale di Miyazaki

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Il 2024 si è aperto con il successo al cinema de “Il ragazzo e l’airone”, il nuovo film d’animazione del maestro giapponese Hayao Miyazaki, a cui ha contribuito anche una colonna sonora in cui le linee melodiche del pianoforte la fanno da padrone, come nel tema principale “Ask Me Why (Evacuation)”. L’occasione che ci viene offerta, dunque, è quella non solo di ascoltarci e godere di questa prova (“The Boy and the Heron“) ma di prendere la palla al balzo per andare ad approfondire tutta l’opera di Joe Hisaishi, il compositore che da anni collabora con Miyazaki.

Hisaishi, 73 anni, è un compositore giapponese ma è anche direttore musicale e direttore d’orchestra, nonché – appunto – pianista, e dal 1984 ha composto le musiche praticamente per tutti i film di Miyazaki, suggellando così un incontro artistico fondamentale. Se infatti togliamo le colonne sonore eseguite per un altro regista giapponese molto quotato ed apprezzato, Takeshi Kitano (sue “Hana-bi” del 1997 e “Brother” del 2000), il nome di Hisaishi è sempre stato associato all’animazione dello Studio Ghibli, le cui produzioni possono essere reperite sia singolarmente per ciascun film sia con compilation riepilogative. Le ultime due compilazioni sono “Ghibli and Nostalgic Moments” (dicembre 2023) e “Studio Ghibli: Anime Music” (settembre 2023), con le quali si ha una panoramica molto ampia su suo lavoro per Miyazaki se non si vuole approfondirlo film per film, ma c’è anche il completo “A Symphonic Celebration – Music from the Studio Ghibli Films of Hayao Miyazaki” (giugno 2023).

Forse però, visto l’importanza dell’artista, è il caso di fare un passo indietro, prima dell’inizio di questo sodalizio, per capire il background di Hisaishi: Hisaishi fu influenzato dalla musica popolare giapponese, dal minimalismo, dalla ambient e dalla musica elettronica, in particolare dagli Yellow Magic Orchestra, la band di Ryūichi Sakamoto.

Il suo primo album è “MKWAJU” (1981), ma nei servizi di streaming non è a suo credit bensì sotto il progetto MKWAJU ENSEMBLE e più propriamente sotto il nome giapponese ムクワジュ・アンサンブル. Pubblicato originariamente dalla mitica etichetta d’avanguardia giapponese Better Days (casa dell’album di debutto di Ryuichi Sakamato), “MKWAJU” è il frutto della collaborazione tra la crew di Midori Takada, percussionista giapponese particolarmente riconosciuta, e lo stesso Joe Hisaishi: l’ambito percussivo è il protagonista indiscusso dell’album con una chiave di lettura che va naturalmente ritrovata nelle tradizioni minimaliste orientali e occidentali, ma anche dei ritmi africani e della prima elettronica.

Il MKWAJU ENSEMBLE (“MKWAJU significa “albero di tamarindo” in lingua swahili) perseguiva il minimalismo come musica contemporanea, ma Hisaishi cominciò a nutrire dubbi sulle attività del gruppo a causa dell’emergere della musica ambient di Brian Eno, e alcuni dei membri espressero il desiderio di approcciarsi alla fusion, per cui l’esperienza terminò a breve. L’anno successivo Hisaishi si spostò appunto sulla fusion meticciata con il reggae, l’elettronica e il pop, e il risultato fu “Information” (1982), uscito sotto il nome del progetto Wonder City Orchestra. Qui echi di funky come in dei Manhattan Transfer senza la parte esotica (“Wonder City”) si affiancano a tempi propriamente reggae (“Changing”) ed esplosioni jazz fusion (“African Market”), ma l’episodio più interessante è certamente la title-track, quella “Information” che richiama i Kraftwerk per l’utilizzo del vocoder ma mischiandolo a un’elettronica di radice psichedelica e con innesti minimalisti giapponesi.

Due album che permettono a Joe Hisaishi di iniziare, forte di quelle esperienze, la collaborazione con Miyazaki con “Nausicaä della Valle del Vento” (1984). Ma questa, appunto, è un’altra storia.

(Paolo Bardelli)