ZAC – ZAC II (Wild Honey Records, 2023)

Il ritorno discografico dei romani ZAC, questa volta sull’italiana Wild Honey Records e non più sull’inglese Damaged Goods, segna il ritorno del “quirky pop” – termine pensato dalla stessa band, fin dagli esordi, per descrivere la propria musica. Auto-definizione azzeccata che fa ritornare in mente gli XTC che scrissero “This is pop”, per evitare di essere inseriti nel calderone punk nel quale finirono loro malgrado (basta pensare alla stampa italiana di “White Music” con la scritta punk). Ecco, la scelta degli ZAC di definire con chiarezza il proprio raggio sonoro – «let ZAC’s quirky pop fuel your dancing shoes» si legge nel comunicato stampa –  è una dichiarazione d’intenti che, nei due dischi pubblicati fino ad oggi, trova forza in una proposta musicale power pop mai banale: calata nel genere ma aperta, in maniera imprevidibile, verso direzioni sonore sempre più ricche, piene che abbracciano rotte synth pop (“Ultraviolet love”), space disco e addirittura orchestrali (“The Boy I Left Behind”). Questo aspetto di apertura, se vogliamo, emerge ancora più prepotenza in questo ultimo episodio discografico che riprende allargandolo il discorso musicale iniziato con l’esordio del 2019, che a sua volta seguiva delle strade già tracciate da Lorenzo Moretti e Tiziano Tarli, nucleo compositivo degli ZAC, in “E. V. A.” dei Giuda di cui Moretti è, non a caso, la mente creativa da sempre. Bene ricordare che della formazione degli ZAC fanno parte ancora una volta Emanuele Sterbini, Pablo Tarli. Alla produzione per chiudere il cerchio, come sempre, Danilo Silvestri.

74/100

(Monica Mazzoli)