Phoebe Bridgers e Clairo incantano Milano

Clairo + Phoebe Bridgers @ Carroponte, Milano, July 5, 2022

Al Carroponte di Milano va in scena un doppio show che vede protagoniste due delle cantautrici più rilevanti degli ultimi anni: Phoebe Bridgers, celebrata e apprezzata da critica e pubblico, con all’attivo due splendidi album, in particolare il secondo, il meraviglioso Punisher (2020), nel quale emergono tutti i suoi pregi di autrice e di interprete, e prima di lei Clairo, di quattro anni più giovane di Bridgers, anche lei con due album studio finora pubblicati e un seguito di fan molto ampio, il cui pop ipnotico e “gommoso” resta in testa sin dal primo ascolto. Le due non deludono le aspettative e danno vita a esibizioni solide e trascinanti che catturano il pubblico e lo fanno cantare dalla prima all’ultima nota.

Puntualmente salita sul palco con la sua band, particolarmente ampia, mentre c’è ancora luce e il caldo afoso di Milano si fa sentire con forza, Clairo imbastisce una performance energica e brillante, snocciolando uno dopo l’altro numerosi brani travolgenti che illustrano perfettamente la sua posizione all’interno del pop contemporaneo. Riff che ti si appiccicano addosso e che è difficile togliere dalla testa modulano lo spettacolo, reso particolarmente gustoso dalla grinta che Clairo mette in ogni singolo brano. Talora Claire canta e balla mentre raggiunge i suoi musicisti, “dialogando” con loro attraverso i movimenti del corpo e le espressioni del viso. Incita il pubblico, particolarmente numeroso, a cantare con lei. Esplora in tutta la loro luminosità la elegantissima “North” e la avvolgente “Joanie”. Anche l’opener “Bambi” e la cinematica “Blouse” sono interpretate con cura e con vibrante trasporto. La simpatica maglietta con su scritto “Italia” e condita dalla nostra bandiera pare un sincero tributo a questa splendida terra: gli spettatori apprezzano e Clairo, di buon umore, sorride, balla e si diverte, suona spesso la chitarra e si siede più volte alla tastiera.

Poco oltre la metà del suo set arriva la sorpresa che rende la serata ancor più indimenticabile: nella seconda parte di “Bags”, highlight del suo album d’esordio Immunity, sale sul palco Phoebe Bridgers e canta al fianco di Claire. Clairo avrebbe restituito il favore meno di due ore dopo, quando, durante l’ultimo pezzo dello show di Bridgers, “I Know the End”, sarebbe salita sul palco insieme ad alcuni membri della sua band per contribuire ai cori (e alle grida) finali. Per chiudere il suo set, quattordici brani in cinquantacinque minuti, Clairo sceglie, in quest’ordine, “Pretty Girl”, tratta dal suo EP d’esordio diary 001, e la graziosa “Sofia”, dal suo debut LP Immunity, due gioiellini pop immersi in brillantini e in miele.

Dopo Clairo ecco Phoebe Bridgers, che nel buio, finalmente arrivato, e nella nebbia artificiale che riempie il palcoscenico compare alle 22:45 insieme alla sua band, tutti, come lei, giovanissimi e contraddistinti dalla tipica uniforme à la Halloween dello scheletro che è un segno distintivo di Phoebe. Il suo set dura un’ora esatta, tredici brani – qualcuno in meno rispetto ai diciassette che suona quasi ogni sera – eseguiti in maniera consistente e appassionata. Tra essi spiccano i nove tratti dal capolavoro Punisher, interpretati con fedeltà e intensità. Dopo l’apertura affidata alla pungente “Motion Sickness” arriva subito “Garden Song”: il pubblico sembra immergersi in una catarsi generazionale e iniziatica che prosegue instancabile prima con la meravigliosa “Kyoto”, che Phoebe esegue con una veemenza e un trasporto decisi mentre gli spettatori ballano e cantano in modo sfrenato, e poi con la spettrale “Punisher”, un soffio fresco e onirico in una notte di umidità e di zanzare. Bridgers condanna la recente sentenza della Corte Suprema che rende possibile la revoca del diritto all’aborto in qualsiasi stato degli US e invita il pubblico a fare tutto ciò che può per mostrare la sua indignazione e la sua vicinanza a chi in questo momento rischia di non poter più avere la facoltà di decidere.

Dopo questa – sacrosanta – invettiva Phoebe e il gruppo si lanciano in una “Chinese Satellite” magnetica e livida. A essa segue “Moon Song”, tragica e disperata nella sua rara bellezza. Ci troviamo di fronte a due composizioni di una profondità e di una sensibilità clamorose. Il pubblico ascolta quasi in silenzio. Canta appena, sottovoce, quasi come per non disturbare Bridgers, che occupa ed esplora i pezzi in una sorta di trance. Il fiato trattenuto esplode poi nella doppietta grintosa formata da “ICU” e dalla recente “Sidelines”, che conducono al diamante folk “Graceland Too”: quell’istante di pausa prima dell’inizio dell’ultima strofa lacera gli animi e scava nel profondo: “So we spent what was left of our serotonin / To chew on our cheeks and stare at the moon”, canta Bridgers: sta parlando di lei, di noi, di chi le sta a fianco nella sua avventura di cantautrice. La sua band sembra abbracciare lei e le sue composizioni con amore e rispetto, come per proteggerle. “She knows she lived through it to get to this moment”, ed è proprio per momenti come questi che anche il pubblico è qui.

Lo show, che spicca anche per la sua controparte visuale, tra effetti di luce, fumo e immagini e video proiettati sullo schermo posto in fondo al palco, si avvia alla sua conclusione quando Bridgers resta sola sul palco e con la chitarra acustica esegue la deliziosa “Georgia”, tratta dal suo LP di debutto, Stranger in the Alps, accompagnata, quasi sospinta, dal pubblico. Poi, tornata sul palco la band, è il momento della esplosiva “I Know the End”, apoteosi del concerto e akmè anche di Punisher, perfetta summa dell’intero concerto. Tra un fascio di luci rosse e momenti di buio Phoebe e il gruppo interpretano il pezzo in modo sanguigno. Clairo e la sua band rientrano sul palco giusto in tempo per amplificare le urla finali di Bridgers in quell’outro aggressiva e apocalittica che tanto piace a Phoebe, come ha dichiarato lei stessa, una climax infuocata che la band, una volta che Phoebe e Clairo sono uscite di scena, sa spegnere con mestiere. Questa volta tocca a noi spettatori dire soddisfatti “we gotta go”. Phoebe Bridgers è una delle cantautrici più importanti degli ultimi anni e questo suo show milanese ne è l’ennesima prova.

(Live report, foto e video di Samuele Conficoni)