[T4ATF!] Honeyglaze, Craig Finn, Hater, Barzin

Un Thanks 4 all The Fish! che guarda a 4 album usciti o in uscita in questo maggio 2022, che probabilmente non troveranno spazio nella categoria “Recensioni” e sarebbe un peccato tralasciare.

HONEYGLAZE, “Honeglaze” (Speedy Wunderground, 2022)

In bilico tra un indie se non spensierato in ogni caso pacificato (“Shadows, “”Female Lead”) e pezzi che guardano maggiormente ad atmosfere notturne (“Burglar”), i londinesi Honeyglaze – un trio capitanato dalla voce evocativa di Anouska Sokolow (anche chitarrista) – sono una nuova next big thing anche solo per essere sotto l’etichetta Speedy Wunderground di Dan Carey che ha prodotto Black Midi, Squid e Black Country, New Road, oltreché La Roux e Kae Tempest. Il loro è un free indie che prende da atmosfere post (ma più post rock che post punk) e gironzola, come giustamente devono fare dei ventenni, ma che sembra anche avere una direzione. “Honeyglaze”, uscito lo scorso 29 aprile, è il loro debutto.

CRAIG FINN, “A Legacy of Rentals” (Thirty Tigers, 2022)

Meglio conosciuto come il leader degli Hold Steady, Craig Finn pubblicherà il 20 maggio il suo quinto album solista, un delicato affresco tra l’intimo e l’universale. A me “Messing with The Settings” ricorda un po’ i R.E.M., ed è una bella sensazione. Queste le parole di Finn nel presentare il disco sul suo bandcamp: “Queste canzoni hanno a che fare con la memoria: il modo in cui ricordiamo persone che non ci sono più, luoghi che sono cambiati, eventi importanti che fanno parte del nostro passato. Si tratta di come i ricordi diventano le storie che raccontiamo agli altri e a noi stessi. Parla della distorsione che subisce la nostra storia quando è dilatata dal tempo e dalla distanza. Si tratta di trovare la gioia nel banale e di impegnarsi nella speranza nel nostro quotidiano”.

HATER, “Sincere” (Fire, 2022)

Mentre la voce di Caroline Landahl volteggia tra le nuvole, il resto degli Hater la riporta giù in territori tra il ruvido (“Something”) e il nostalgico (“Bad Luck”). “Sincere” è il terzo album della band svedese, ed è piacevole anche se – purtroppo – non particolarmente personale.

BARZIN, “Voyers In The Dark” (Monotreme, 2022)

C’è della classe in Barzin, e l’artista canadese di origine iraniana torna dopo 9 anni con un quarto album (“Voyers In The Dark”) come sempre curato e declinato verso un’introspezione che però questa volta sempra più consapevole e non malinconicamente infeconda. Una sorta di riscatto, non musicale bensì personale.