[#tbt] Ladytron, quando bastava andare al cinema

Il #tbt di oggi era quasi obbligato: 10 anni fa esatti, il 3 febbraio 2012, usciva il video di “Bad Girls” di M.I.A., un piacere per gli occhi tra spericolatezze automobilistiche, balli ipnotici, uomini con la kefiah e donne velate vestite maculate, a pois o coperte d’oro. L’immagine di M.I.A. che si lima le unghie in bilico sulla portiera di un’auto che viaggia su due ruote è praticamente storia.

Ma in realtà l’altro giorno il nuovo album dei Ladytron (stavo scrivendo “delle” Ladytron, non so mai come chiamarli/e…) “Remixed & Rare”, su cui magari tornerò qui su Kalporz, mi ha fatto reimmergere nella musica della band di Liverpool. Motivo per cui oggi vi ammorberò su una mia “canzone-ossessione”, ovvero “He Took Her to a Movie” tratta dal loro primo album, “604” (2001).

Il primo incontro con quel pezzo avvenne grazie a Felix Da Housecat in “Excursions” (2002) e sentii subito l’esigenza di andare a scoprire di chi fosse, immaginando però che il remix di Felix Da Housecat fosse impattante e la canzone fosse molto diversa. E invece no: il dj di Chicago l’aveva praticamente presa e messa lì, e mixata in uscita con il brano successivo (“ti piace vincere facile, eh”?, si direbbe oggi commentando via social).

– “He Took Her For a Movie” è la canzone d’apertura di “Excursions” –

Così da allora, ogni tanto, ci ritorno su e mi colpisce sempre quella semplicità – non saprei come altro descriverla – di quel synth che sembra una spinetta suonato lineare, come farebbe un bambino, e di quel testo che parla di un tizio che, qualsiasi cosa succeda, porta la sua ragazza al cinema. Una roba anch’essa semplice, no?

Poi l’altro giorno ho scoperto pure una versione live che mi ero perso, contenuta nella versione extended di “604”, e registrata a Sofia, che amplifica le qualità della canzone: la cassa si fa dritta e veloce, l’arrangiamento è più sintetico e i Ladytron dimostrano come si deve suonare dal vivo l’elettronica: senza basi e cercando di fare con quello che si può, mica come quei dj che stanno davanti allo schermo del pc e non si sa cosa stiano facendo. Situazione legittima, attenzione, sono andato a miliardi di concerti di dj che facevano quello e mi sono molto divertito, ma non si tratta di godere dell’aspetto performativo nel senso di “vedere le dita che si muovono”, quantomeno – se si conoscono a menadito le canzoni registrate in studio – di apprezzare versioni con un’anima diversa, rielaborate, eseguite sul momento con la possibilità di qualche errore. Dove c’è in potenza l’errore, c’è una perfezione in divenire.

L’entusiasmo di “He took her to a Movie – Live in Sofia” non ha però scalfito quel senso di linearità che associo alla canzone, che a pensarci bene è proprio il contrario dell’eclettismo di “Bad Girls” di M.I.A.: mentre quest’ultima mischiava generi, culture e se ne andava in Mediooriente, i Ladytron suonavano elettronica vintage e se ne stavano a casa. Con una capatina al cinema, al massimo. Ecco, capite perché “He took her to a Movie è ancora più importante, oggi: in pandemia sogniamo pure di poter andare al cinema tranquilli.

Mai dare per scontate le cose scontate.

(Paolo Bardelli)