Anno transitorio, indubbiamente influenzata dall’incertezza. Ho smesso di pensare, o forse ho pensato troppo. Solite dinamiche di alienamento (mi fa paura questa accettazione dell’abitudine) e solito rifugiarsi nel luogo a me più congeniale. La musica. Live al contagoccie, festival rimandati o vissuti a metà, distanziamento dal presente e continuo desiderare di ri-abbracciare il futuro. Speriamo migliore di quello che mai avremmo immaginato.
Il mio disco dell’anno è quello che ho ascoltato di più nelle mie scorribande motorie nella città deserta; la musica degli scozzesi è tornata prepotentemente a dirmi che parlare del passato aiuta a capire chi si vuole essere domani.
Sicuramente non un uomo che si abitua a non vivere.
1.ARAB STRAP – As Days Get Dark
2.PUMA BLUE – In Praise of Shadows
3.GUEDRA GUEDRA – Vexillology
4 SPACE AFRIKA – Honest Labour
5.IOSONOUNCANE – Ira
6.NOTWIST – Vertigo Days
7.QUANDO TUTTO DIVENTO’ BLU – Quando Tutto Diventò Blu
8.TIM COHEN – You Are Still Here
9.FINE BEFORE YOU CAME – Forme Complesse
10.TIRZAH- Colourgrade
(Nick)
La pellicola si concentrerà sui primi anni di carriera del cantautore statunitense
Arancioni Meccanici, 7 ispirazioni tra Funk, psych e (vapor)wave
Waxahatchee alla Maroquinerie di Parigi: quando country, folk e rock si incontrano
“Niente specchi in camerino”, la storia delle canzoni potenti, laceranti, oneste di Chris Cornell
Gli articoli di Kalporz sono disponibili con licenza Creative Commons CC BY-NC-ND 3.0 IT