[ScreamYell] “Homo Pacificus” di Luno Torres è uno dei grandi dischi brasiliani del 2021

I rintocchi di una campana e il “canto” di un gufo aprono il brano “As Owls (Prenúncio)” del concept album “Homo Pacificus” (2021), il debutto solista del bassista Luno Torres (ex-Plástico Lunar). Nell’impero romano e nel folklore nordorientale, la civetta, soprattutto la “rasga mortalha”, è un simbolo di presagio, foriero di morte. Nella mitologia greca, l’uccello divenne un simbolo di saggezza, uno stereotipo che rimane fino ad oggi. È sulla copertina dell’album “Brutown” (2016) di The Baggios’, piena di simbolismo, e dà il nome ai primi due brani dell’album di Luno, il secondo un omaggio al poeta di Sergipe, Mário Jorge.

Accompagnato dai musicisti Gabriel Perninha (The Baggios) e il polistrumentista Leo Airplane, che è anche produttore del disco, il trio compone un album che transita attraverso vari generi (Rock, Baião, Jazz, Boogie, Progressive) e incorpora influenze che vanno dai Pink Floyd ai Mutantes, passando per la cosiddetta psichedelia nordorientale (Alceu Valença, Zé Ramalho, Flaviola e O Bando do Sol, Lula Côrtes, Marconi Notaro e Lailson) ed elementi di musica indiana e persino circense, il tutto condito da dosi variabili di psichedelia e testi tragicomici. La cosa migliore è che all’interno di questo grande mix, Luno riesce a tirar fuori un album molto originale e attraente.

Affinché la travolgente esperienza strumentale non rubi la scena, vi avvertiamo che la narrazione chiede e deve essere seguita con attenzione. I versi portano non solo un certo umorismo tragico, ma anche molto simbolismo e a volte assomigliano a frecce appuntite. Parlano di temi come lo spostamento, l’empatia, le paure, la morte, l’ansia, il consumismo, l’illusione e tanti altri che sta a ciascuno trovare se stesso dentro questo enorme puzzle che il musicista ha costruito. E anche se tutto sembra molto semplice, e lo è davvero, ogni canzone ha un arrangiamento che segue diverse variazioni, non attenendosi a un solo tempo, un calderone che i Mutantes hanno usato molto in “A Divina Comédia” (1970).

Creato come un concept album, “Homo Pacificus” si colloca in quelle opere così sfaccettate, per sfumature, ritmi e generi, che diventa inclassificabile, tanto quanto nel rock psichedelico, anche se non ci sono chitarre (e non è possibile mancarle) come nella psichedelia nordestina (attraverso il salvataggio) o nel neo-psichedelico post 2000. Questa caleidoscopica personalità musicale così piena di andirivieni ricorda a volte l’album “Friend and Foe” (2007), della band americana Menomena, anche se in termini di linguaggio è più vicino ai sergipani The Baggios.

Indipendentemente dalle etichette, la sensazione è quella di un lavoro che si sviluppa in capitoli per raccontare una storia che si collega con la realtà attuale, sia in Brasile che nel mondo. Luno racconta la storia dell’Homo Pacificus, questo essere che vuole rimanere nella sua zona di comfort, cercando di guardare tutto in modo impassibile e distante. È il ritratto di un grande contingente di persone che sono qui e là, e anche accanto a noi, che cercano di rimanere ignari di un mondo che si deteriora e si sgretola, ma che in realtà cammina secondo i propri interessi.

Registrato tra il 2019 e la fine del 2020, l’album contiene i singoli “Valerie” e “There Goes Another Life”, pubblicati rispettivamente nel 2019 e nel 2020, e che sono precisamente due dei migliori brani dell’album. “Valerie” cerca di creare un’atmosfera di “backwoods mistico”, qualcosa di comune nella musica psichedelica del nord-est degli anni ’70. Lá Se Vai Mais Uma Vida” si basa su elementi circensi in un tono allegro e solare, ma con testi che parlano di pensieri suicidi, morte e speranza di cambiamento, anche se è con l’arrivo di un’astronave.

In “O Circo de Focas” l’insolita miscela si ripresenta: musica nordorientale con strumentali divertenti intervallati da strumentali pesanti e densi. Questa “contraddizione” tra gli strumenti è anche nel testo, che allo stesso tempo parla di circo, finisce dicendo che non esiste un circo di foche. C’è un’altra frase da sottolineare: “Il futuro non ha importanza qui, basta non rompere le regole del gioco”, evidenziando la negligenza e anche il mantenimento dello status quo.

Con la percussiva “Incensai”, una sorta di mantra, ma che assomiglia a una suite progressiva di sintetizzatori con un suono di musica indiana, arriviamo alla fine del viaggio proposto da Luno Torres in “Homem Pacificus”, un album che deve essere ascoltato e segnare la presenza nelle liste dei migliori dell’anno, perché è sicuramente uno dei grandi album pubblicati in Brasile nel 2021.

(Luciano Ferreira)

Música: “Homo Pacificus”, de Luno Torres, um dos grandes discos brasileiros de 2021

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