[LoSpazioBianco] Star Wars di Thomas e Chaykin: un classico

Star Wars di Thomas e Chaykin: un classico!

Panini Comics ristampa le storie classiche di “Star Wars” in un’edizione cronologica e completa.

Nel 1977 usciva nelle sale cinematografiche il primo film di , in Italia Guerre Stellari, e faceva la storia. Nello stesso anno la  iniziava a pubblicare i fumetti ambientati nella galassia lontana lontana, grazie a una felice intuizione di . L’autore, che godeva di un certo peso nella redazione della Casa delle Idee, si lasciò affascinare dalla sceneggiatura e da alcuni disegni preparatori della prima pellicola e ne ricavò dei comics. Riservò a se stesso i testi dell’adattamento e contò sulle matite di , senza porsi limiti. Infatti, dopo aver ripercorso in sei capitoli la trama di Una nuova speranza, con il benestare della Lucasfilm inventò nuove avventure. Il riscontro del pubblico fu più che positivo, tanto che la Marvel narrò le vicissitudini dei noti personaggi fino al 1986, andando a intersecare anche L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi.

 ristampa queste storie, progettando dodici uscite nelle quali raccogliere completamente e in ordine cronologico i 107 numeri editi negli Stati Uniti. Il primo volume ne raccoglie undici: i sei dell’adattamento di Episodio IV e cinque partoriti direttamente dalle menti di Thomas e Chaykin.
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UNA NUOVA SPERANZA
Una sparatoria a bordo di un’astronave, una principessa con una richiesta d’aiuto da recapitare a tutti i costi e due droidi che se la danno a gambe, per finire su un pianeta desertico. Fermatemi se l’avete già sentita; anzi, se l’avete già vista…

Com’è chiaro fin dalle pagine iniziali, i primi sei capitoli che costituiscono metà del cartonato Star wars Classic vol. 1 sono totalmente privi di qualsiasi effetto novità. Di più, il dittico di partenza è lento, ben più di quanto lo siano le sequenze d’esordio del film, e denota una mancanza di confidenza da parte di Thomas con i personaggi e l’universo con cui si trova a fare i conti. Il risultato è una narrazione prolissa – non che lo sceneggiatore solitamente fosse laconico, ma in linea di massima i testi erano più ficcanti – e farraginosa, attenta e preoccupata più di spiegare che di mostrare.

Se il lettore non si perde d’animo e segue l’ex direttore editoriale Marvel mentre prende gradualmente le misure del racconto, può riscontrare gli evidenti benefici in termini di fluidità e naturalezza acquisiti via via dalla diegesi. La storia entra nel vivo e l’azione sostituisce i discorsi didascalici.

Se i dialoghi ricalcano in più occasioni le battute pronunciate nel lungometraggio, comprese le iconiche frasi che Ben Kenobi pronuncia per persuadere gli assaltatori imperiali che Trepio ed Erredue non siano i droidi che stanno cercando, i disegni di Chaykin si allontanano dalle fisionomie degli attori, tranne che in casi sporadici, come in alcune vignette con il governatore Tarkin (Peter Cushing) e Obi-Wan (Alec Guinness) e le due tavole finali (#6).

Mentre oggi gli artisti ricevono indicazioni precise dalla Lucasfilm che dà accesso a dossier iperdettagliati, può darsi che all’epoca i penciler non avessero particolari obblighi a cui adempiere e che abbia inciso, ma è solo un’ipotesi, anche il fatto che gli autori abbiano lavorato ai fumetti prima che il film uscisse nelle sale.

Pur distinguendosi per il nervosismo e la spigolosità del tratto, il disegnatore originario di Newark non sfoggiava ancora il segno espressivo che avrebbe caratterizzato, sei anni più tardi, la sua serie American Flagg! né quello guizzante e ironicamente raffinato che dal 2016 ha esibito negli albi di Satellite Sam.

Osservando nell’insieme l’opera di Chaykin e di Thomas, balzano all’occhio due differenze tra il fumetto e l’esperienza cinematografica. Anzitutto, l’amico d’infanzia di Luke Skywalker, Biggs Darklighter, gode di uno spazio maggiore rispetto a quello riservatogli in Una nuova speranza di George Lucas; secondariamente, Jabba the Hutt presenta delle fattezze umanoidi ben lontane da quelle del corpulento vermone verdastro a cui il pubblico è abituato1. Sono dettagli, soprattutto il secondo, che fanno pensare alle idee iniziali del creatore della saga e alla loro evoluzione in itinere.
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VERSO LA GALASSIA E OLTRE!
Diversamente dall’adattamento del film, i cinque capitoli che propongono materiale al tempo inedito partono subito in modo convincente, contando sui dialoghi piacevoli pronunciati da Ian Solo (i nomi seguono il vecchio doppiaggio, poiché si tratta di fumetti datati e appartenenti al filone Legends, cioè fuori dal canone impostato dalla ), su un cast di comprimari bizzarri e colorati e su un citazionismo curioso ed elegante.

Infatti, a colpire particolarmente è la scelta di Thomas, in alcuni capitoli affiancato ai testi da Chaykin, in uno anche da Don Glut e nell’ultimo sostituito da , di inserire in un remake de I magnifici sette in salsa spaziale sei personaggi che rimandano ad archetipi e figure provenienti da altri media. Tra i mercenari assoldati da Solo e Ciube (magnifici otto, quindi), spiccano un epigono di Bugs Bunny e la copia galattica di Don Chisciotte. Quest’ultimo in particolare si rivela un tipo molto riuscito, visto che concepisce se stesso come l’ultimo dei cavalieri Jedi, pronto a difendere i valori di un ordine ormai estinto.
Cogliendo i richiami, il pubblico può percepire l’ironia divertita degli sceneggiatori che non rinunciano al dramma, ma lo stemperano con astuzia e senza banalità.
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L’artista principale, una volta supportato da Alan Kupperberg e per l’ultimo capitolo fatto rifiatare da , ormai entrato in maggiore sintonia con i personaggi, i velivoli e i paesaggi, beneficia delle chine e dei colori di Tom Palmer che sporcano un po’ il tratto, facendolo aderire a quella patina vissuta tipica dell’ambientazione di Star Wars.

Prima di concludere, continuando a prendere in considerazione l’aspetto estetico degli albi raccolti nel volume, è doveroso segnalare che Panini Comics ha inserito le copertine realizzate da Chaykin stesso e soprattutto quelle firmate da  e Rick Hoberg, illustrazioni davvero gradevoli per le scelte compositive e la fantasia.
Infine, si registra la presenza nel cartonato di tre estratti di Tracce di Bantha, il bollettino, prima bimestrale e poi trimestrale, spedito a casa dei membri dello Star Wars Fan Club.

Classe 1992, lettore appassionato di fumetti e non solo.

Abbiamo parlato di:
Star Wars Classic #1 – In sei contro la galassia
Roy Thomas, Don Glut, Archie Goodwin, Howard Chaykin, Alan Kupperberg, Carmine Infantino
Traduzione di Andrea Toscani, Stefano Menchetti
Panini Comics, 2021
208 pagine, cartonato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788891284303


  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Jabba_the_Hutt 

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