I Big Thief rubano cuori e applausi in un Locomotiv Club da tutto esaurito

Il potere della musica. L’entusiasmo che accoglie i Big Thief in un Locomotiv sold out da mesi non lascia pensare che sia la loro seconda volta in assoluto in Italia (la prima era stata al Beaches Brew del giugno scorso). Merito di canzoni di rara intensità e onestà impreziosite dal talento vocale di Adrianne Lenker, songwriter di Indianapolis che dall’incontro con il chitarrista Buck Meek, il bassista Max Oleartchik e il batterista James Krivchenia ha realizzato cinque dischi di cui uno da solista.

Aprono la serata alle 20.30 i francesi Pays P., interessante combo di batteria-chitarra-voce recitante che si muove per dare un’idea tra scenari post-punk (Laura Boullic quale novella Siouxsie Sioux) e un kraut-pop à la Stereolab. L’esordio è di due anni fa con “Pays Paix” su Cargo Collective ma il gruppo propone brani nuovi, maggiormente ipnotici e vigorosi; i tre musicisti fanno inoltre parte del collettivo parigino Curry Vavart, che dal 2004 trasforma edifici abbandonati in palcoscenici, atelier, cucine collettive e orti condivisi, vagando per la capitale alla ricerca di nuovi spazi. Mi auguro che il tour di supporto ai Big Thief possa portar loro soddisfazioni e riconoscimenti: davvero bravi.

I Big Thief entrano in scena alle 21.30 quando il club bolognese è già pieno, numerose le persone di lingua inglese e tedesca come gli universitari accorsi per vedere Adrianne e cantarne a squarciagola le canzoni: parte “Masterpiece” e il fuoco divampa, alimentato dalla doppietta da K.O. di estratti da “Two Hands”, “Shoulders” e “Forgotten Eyes”, ciò che più vicino a delle hit da Billboard Rock Chart è uscito dal gruppo di stanza a New York. Dinanzi ad una ballad in crescendo, “Parallels”, e agli incantevoli arpeggi in stile American Football di “From” (da “U.F.O.F.”), c’è forse il mio pezzo preferito dei nostri, “Shark Smile”, nel contrasto tra l’irrequietezza delle strofe e il refrain sussurrato (“And I said Woo/Baby, take me too“) sugli accordi di “Fade Into You” dei Mazzy Star. Non ne seguiranno altri da “Capacity”, per chi scrive un’opera capace di raggiungere i livelli di profondità di un “The Bends”: un piccolo rammarico, motivato da una setlist che cambia ad ogni data – nei giorni successivi infatti suonano “Mary”, la title track e soprattutto “Mythological Beauty”. Ho la conferma di queste assenze quando Adrianne presenta il primo inedito della serata.

“Time Escaping” viaggia su di un flusso di coscienza ai limiti del rap, se non si appoggiasse su una melodia brumosa e introversa; “Two Rivers”, seconda novità del lotto, è più vicina alle atmosfere di “U.F.O.F” – con uno straordinario cantato fraseriano della Lenker. Con l’ultimo degli inediti (“Zombie Girl”) torno indietro al febbraio 2014 per il live di una grande artista simbolo di New York, quella Suzanne Vega che ha fatto del folk confidenziale un punto di forza della carriera. Anche se la parola zombie non ce la vedo proprio fra i suoi titoli! Dopo “Rock and Sing”, lullaby a tinte cinematiche che apre “Two Hands”, i Big Thief aumentano i giri rock su “Real Love”, da “Masterpiece”, per poi esplodere in “Not”, tra il singalong della band che contagia la platea: “It’s not the room/Not beginning/Not the crowd/Not winning/Not the planet/Not spinning/Not a ruse/Not heat/Not the fire lapping up the creek/Not food/Not to eat/Not to die/Not dying/Not to laugh/Not lying/Not the vacant wilderness vying“, per non parlare dell’assolo finale di due minuti come un Neil Young sott’acqua, retto fantasticamente dalla sezione ritmica. Regala emozioni anche “Contact”, poesia slow-core che inizia come una canzone dei Red House Painters e termina come una dei Low di “Trust”, mentre “Paul” è un altro cavallo di battaglia dal vivo, un amore difficile raccontato quasi con tenerezza.

Chiudono il concerto il singolo “Cattails”, un bel duetto tra l’acustica dodici corde della Lenker e la chitarra di Buck Meek – i due sono stati anche sposati, l’affiatamento non è mai cambiato – e “Orange” come bis eseguita in solo da Adrianne. Tutto bellissimo, peccato che il tempo sia volato. Un abbraccio a chi non ha potuto goderseli a Milano: non temete, li rivedremo presto.

La setlist dei Big Thief al Locomotiv:

Masterpiece
Shoulders
Forgotten Eyes
Shark Smile
Parallels
From
Time Escaping (New Song)
Two Rivers (New Song)
Zombie Girl (New Song)
Rock and Sing
Real Love
Not
Contact
Paul
Cattails

Orange (Adrianne Lenker Solo)

(Matteo Maioli)