MDOU MOCTAR, “Ilana (The Creator)” (Sahel Sounds, 2019)

Da Tchintabaraden a Detroit ; dalla musica Tuareg del deserto sahariano alle chitarre degli americani ZZ Top, Hendrix; dall’approccio necessariamente DIY di dischi come “Anar” (registrato nel 2008 e pubblicato nel 2014) e “Sousoume Tamachek” (2017) al lavoro in studio con una band vera e propria prodotta da Chris Koltay (Dirtbombs, Xiu Xiu, Black Milk ecc.) : sono questi i punti nevralgici della poetica di Mdou Moctar, chitarrista originario di un villaggio rurale Tuareg (Niger), profondamente legato alla tradizione, alla cultura, alla musica e popolazione della sua terra ma anche con la passione per il chitarrismo occidentale.
“llana (The Creator)” (2019), il suo secondo disco “americano” registrato nella “Motor City” statunitense (non più ai Buzz Or Howl Studios nell’Oregon), è tutto quello che non è oggi la musica fatta con le chitarre di matrice anglo-americana : aperto alla contaminazione, ibridazione musicale ; fortemente narrativo e potente sul piano espressivo e della trasmissione di contenuti critici nei confronti della situazione socio-politica della propria comunità.
Se nel (già citato) “Anar” Moctar sperimenta con l’autotune – elemento di certo non caratteristico del desert blues Tuareg (Tishoumaren) – in “llana (The Creator)” crea un connubio, quasi perfetto, tra classicità rock psichedelica americana, britannica e la struttura ritmica tuareg (“Kamane Tarhanin”, “Tarhatazed”) sviluppando un tocco stilistico fortemente personale, sempre carico di messaggi legati al suo popolo, come in “Ilana” – title track dell’album – dedicata a tutte le donne che soffrono nel deserto.
Ancora una volta, quindi, il musicista nigerino dimostra la sua curiosità creativa, sempre in bilico tra “mondo musicale occidentale” (che si tratti di musica elettronica o rock) e le proprie radici tuareg di “schiavi moderni” * della Francia (come si autodefinisce Moctar in un’intervista al Guardian). E in futuro, questa voglia di provare ad unire la musica Tuareg con altri stili potrebbe continuare ancora, come racconta a Stereogum qualche mese fa, “magari posso fare qualcosa come quello che ha fatto Michael Jackson con la musica pop”.
Per adesso, però, Moctar ha già dato una scossa al western rock.

80/100

(Monica Mazzoli)