Kamasi Washington e Masego a #MusicIsMyRadar

#MusicIsMyRadar si arricchisce con la conferma di due altri grandi nomi: uno dei nomi clou della nuova scena jazz come Kamasi Washington sarà ospite del Magnolia Estate il 16 luglio insieme a Masego, ineffabile artista di origini giamaicane che ha saputo creare un ponte tra trap, house e suggestioni jazz.
E diventa sempre più calda l’estate di #MusicIsMyRadar, la nuova rassegna di cui siamo onorati di essere media partner che ridisegnerà Milano come una “giungla urbana”, dopo le prime conferme di Deerhunter e Still Corners nelle preview di maggio, e nelle prime due tappe di giugno, di Metronomy ed Empress Of.

Rivoluzionario nei concetti, nel suono, nell’attitudine e nel pensiero, Kamasi Washington torna in Italia dopo l’uscita di Heaven&Earth (Young Turks), due ore e 30 minuti circa che raccontano, in una sorta di mantra onirico tra il perdersi e il ritrovarsi, come “noi siamo simultaneamente i creatori del nostro universo personale e il creato di questo stesso universo”.
Kamasi, che ha riunito agli Henson Studios di Los Angeles la sua The Next Band e membri del collettivo The West Coast Get Down, con nuovi arrangiamenti da “Hubtones” della leggenda jazz e bebop Freddie Hubbard e dalla colonna sonora di “Fists of Fury”, così come un brano scritto da Ryan Porter, e con la partecipazione di Thundercat, Terrace Martin, Ronald Bruner, Jr., Cameron Graves, Brandon Coleman, Miles Mosley, Patrice Quinn, Tony Austin e molti altri, è decisamente l’artista che tutti, una volta nella vita, dovrebbero avere il privilegio di ascoltare.

Masego, radici giamaicane trapiantate in una comunità cristiana in Virginia, USA, e un ultimo album, “Lady Lady”, che ha fatto il giro del mondo. Eccelso polistrumentista, dopo aver imparato a suonare basso, batteria, chitarra, pianoforte e sassofono intraprende un percorso comune a molti artisti della sua generazione, fatto di remix e registrazioni caricate sul Web. A differenza di tanti altri, però, Masego sviluppa fin da subito uno stile unico e originale, che in poco tempo trova codificazione nel termine “Trap House Jazz”, genere che unisce “contemporary alternative hip-hop’s eclectic future bounce style, the grimy snares and bass of trap, the trance-like synths of house, and the melodic sax found in jazz.”

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