Sembra di essere tornati ai vecchi tempi in cui la musica inglese contava davvero. I Toy da outsider diventano band di punta, così, senza accorgersene, perché hanno trovato un’ispirazione naturale che capita poche volte nella vita.
Mandiamo la musica di Tycho in giro per l’universo, se qualche alieno l’ascolterà direi che verrà in pace.
Non bisogna aver paura delle profondità, e “Bloom Forever” scava, scava fino ad arrivare al nostro io recondito. Probabilmente perché è un album nato per necessità, e così anche noi lo ascoltiamo per esigenza perché è come guardarci allo specchio.
Se “Mangy Love” fosse un animale sarebbe un cane: fidato, allegro, un cagnone simpatico che ti aspetta a casa e ti salta addosso quando torni dal lavoro.
Perché alle volte si ha proprio il bisogno fisico di stare in silenzio contemplativo davanti alla bellezza, qualunque essa sia.
L’unica cosa che manca ai Radiohead di oggi è il voler suonare d’impatto. Per il resto, possiedono ancora tutto quello che amiamo di loro.
PJ conosce il significato della parola “essenzialità” intesa come “sinteticità di espressione”, ma non è un caso che “essenzialità” voglia dire anche non poter fare a meno di un qualcosa/qualcuno.
Come una ragazzotta di provincia che finisce nella grande città e fa rimanere tutti a bocca aperta con la sua spontaneità e semplicità.
Essere splendidamente giovani e saper imparare da quello che c’è stato prima.
Gustosi come l’estate.
11) CASS McCOMBS, “Cry”
12) SUEDE, “No Tomorrow”
13) JAMES, “Nothing But Love”
14) TYCHO, “Glider”
15) CASS McCOMBS, “Run Sister Run”
16) PJ HARVEY, “A Line In The Sand”
17) TOY, “Fast Silver”
18) SAVAGES, “Evil”
19) SANTIGOLD, “Banshee”
20) S U R V I V E, “Stranger Things Main Theme”
21) TOY, “I’m Still Believing”
22) THOMAS COHEN, “Ain’t Gonna Be Rain”
23) OSCAR, “Good Things”
24) QUILT, “Eliot St.”
25) STARWALKER, “Bad Weather”
26) ANGEL OLSEN, “Sister”
27) DANIEL LAND, “New York Boogie-Woogie”
28) FORTH WANDERERS, “Slop”
29) FUFANU, “Bad Rockets”
30) BLAENAVON, “My Bark Is Your Bite”
31) DAN DEACON, “Change Your Life (You Can Do It)”
32) DAGGER MOTH, “Dyrhólaey”
33) NADA, “La Bestia”
34) MOTHERS, “Copper Mines”
35) MASSIVE ATTACK, TRICKY & 3D, “Take It There”
36) MR FURTO E LADY PACCOTTILLA, “Ellie West”
37) VINICIO CAPOSSELA, “La Notte di San Giovanni”
38) BASIA BULAT, “Fool”
39) SKYE_ROSS, “Point Of No Return”
40) EAGULLS, “Lemontrees”
41) OSCAR, “Beautiful Words”
42) LINDSTRøM, “Closing Shot”
43) CODY CHESNUTT, “I Stay Ready”
44) WILCO, “Someone to Lose”
45) LA SERA, “Magic In Your Eyes”
46) THE LAST SHADOWS PUPPETS, “Bad Habits”
47) HOPE SANDOVAL AND THE WARM INVENTIONS, “Let Me Get There” feat. Kurt Vile
48) SOLAR BEARS, “Wild Flowers”
49) KERO KERO BONITO, “Fish Bowl”
50) BLOC PARTY, “Different Drugs”
Wilco, Ferrara Sotto Le Stelle, 4 luglio 2016
Non che i concerti dei Cure di Bologna e Lione siano stati molto inferiori, ma se devo sceglierne uno, allora è Wilco.
Scelta scontata, ma devo ammettere che ho sempre amato alla follia la stop-motion. Applausi per il regista Chris Hopewell.
Qui non stiamo parlando di musica, ma solo di approccio visivo: l’allegra combriccola nella copertina dell’ultimo dei Red Hot Chili Peppers – opera di Kevin Peterson – ha l’aria di una favola di fantascienza naturista ed è già in sé stessa un film di cui puoi costruirti tu la storia come fosse una fiaba di Rodari.
Ok, cita inevitabilmente la cover di “Undercurrent” (1962) di Bill Evans e Jim Hall che poi è la famosa fotografia di Toni Frissell “Weeki Wachee Spring, Florida” (1947), ma l’immagine di questa donna immersa nei suoi “pensieri notturni” è fascinosa anche in questo omaggio del 2016. Opera di Lucy Ray.
Santigold è sempre attenta alle sue copertine (su Youtube ancora si trova un video del making di quella di “Master of My Make-Believe” che se vi siete persi vi consiglio). Per questo suo terzo album si è fatta impacchettare assieme ad un sacco di cianfrusaglia (si capisce come in questa foto del making su Instagram), e il risultato colpisce nella confusione di oggetti colorati immortalati assieme alla cantante. Opera di Mark Jacobs e della stessa Santi White.
Vabbé, meglio ascoltarsela PJ, giusto?
Una storia ambientata nel 1983 in cui i protagonisti hanno 10 anni: mi sembra di avere proprio già vissuto questa situazione…
A parte le identificazioni personali, “Stranger Things” – nella sua derivazione e continua citazione di film d’epoca (“Goonies”, “Poltergeist”, “La Zona Morta”, “Stand By Me”) – ha tutti gli elementi che amo in una narrazione visiva: la fantascienza, il fantastico, la provincia americana, i buoni sentimenti, il gioco, l’horror e soprattutto una colonna sonora con i controcoglioni.
(Paolo Bardelli)
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