Matteo Mannocci Awards 2015

11188425_497919860357079_495936213371178694_n(Cosa avete odiato più di tutto quest’anno? I nuovi meme super-virali, le GIF, #escile, GioLindo Ferretti ad Atreju, quelli che non pensano ai Marò oppure Salvini? Io nel dubbio ho donato un po’ del mio odio a tuto questo -e oltre <3 )

Nella foto, io il 28 Aprile che faccio il cosplay di Mussolini

TOP 10 ALBUM

1- Kendrick Lamar – To Pimp a Buttefly*

1- Sufjan Stevens – Carrie and Lowell*

3- IOSONOUNCANE – Die

4- Ought – Sun Coming Down

5- Empress of – Me

6- Calibro 35 – S.P.A.C.E.

7- The Soft Moon – Deeper

8- Viet Cong – Viet Cong

9- Mikal Cronin – MCIII

10- Kamasi Washington – The Epic

*=Non sono sicuro che le lagne di Sufjan supereranno la prova del tempo, per quanto sia riuscito a tirare fuori un gioiellino minimale come “Carrie and Lowell”. Mentre invece sono pronto a giocarmi tutto che tra 10/20 anni saremo ancora a parlare di TPAB… quindi me ne lavo le mani. Ex aequo al primo posto, sarà il futuro a decidere quale dei due merita davvero il primato.

E poi, rimasti fuori dalla Top10 per motivi di spazio ma non di (de)merito…

Jim O’Rourke – Simple Songs

Jacco Gardner – Hypnophobia

Kurt Vile – B’lieve I’m Going Down…

Mbongwana Star – From Kinshasa

Courtney Barnett – Sometimes I Sit and Think, and Sometimes I Just Sit


TOP 10 ITALIANI, in ordine alfabetico

Any Other – Silently. Quietly. Going Away.

Calcutta – Mainstream

Cesare Basile – Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più

Felpa – Paura

Go!Zilla – Sinking in Your Sea

Godblesscomputers – Plush and Safe

Heroin in Tahiti – Sun and Violence

Luminal – Acqua azzurra Totò Riina

Plastic Man – Don’t Look at the Moon

Squadra Omega – Altri occhi ci guardano

Video BUM! dell’anno

 TOP 10 Songs 2015

[Il sottoscritto pensava di fare una playlist Spotify con il meglio di quest’anno come vorrebbe il buon senso. Solo che Spotify, oltre ad essere di per sè il male in terra, ha deciso di funzionare solo quando gli pareva – probabilmente per rifarsi della mia mancanza di fede. In ogni caso dato che le playlist enormi sono più belle da guardare che da ascoltare, ecco solo quei pochi titoli che ho ascoltato di più nel 2015]

IOSONOUNCANE – Stormi. La colonna sonora di ogni parte dell’anno, perfetta in ogni occasione. Grazie di cuore Jacopo.

F. Fiumani + P. Pelù – Buchi nell’acqua. Chi mi conosce, anche pochissimo, sa che Fiumani e Pelù occupano due dei posti più alti nel mio personalissimo pantheon musicale. Rimpianti di un passato che non ho potuto vivere dove la mia città (Firenze) era incredibilmente attiva, rispetto al degradante appiattimento odierno. E un po’ anche di non essere entrato nel video quella sera di inizio Gennaio alla FLOG, dopo un concertone sudatissimo e in prima fila nonostante la febbre.

Kendrick Lamar – King Kunta. “We want the funk!” Mi ci sono consumato le ginocchia a molleggiare su ‘sto pezzo!

Kurt Vile – Pretty Pimpin. Qui in redazione hanno preferito Wheelhouse, altro pezzone di “B’lieve I’m Going Down…”, ma anche il primo singolo (sfacciatamente più radiofonico) merita di essere ascoltato fino a logorarvi le orecchie.

Panda Bear – Tropic of Cancer. Non è la migliore del disco (o forse si, dipende da come lo ascolto), ma sono i miei 6 minuti di paradiso, solo con me stesso.

Sufjan Stevens – Should I’ve Known Better. Come dicevo un po’ più su, quelle del caro Sufjan sono davvero delle lagne pazzesche. Ma anche pazzescamente belle e semplici, e questo pezzo è come se ogni volta ti colpisse allo stomaco e non ti facesse respirare per un po’…

Ought – Beautiful Blue Sky. Gli Ought sono stati il mio gruppo dell’anno: li ho scoperti al Beaches Brew Fest, e poco dopo essermi innamorato del loro LP di debutto (dell’anno scorso) è uscito “Sun Coming Down”. E gli Ought come ci entri dentro non ti lasciano, basta riascoltare un pezzo qualsiasi per poi ricordarsi che c***o di grupo sono.

The Soft Moon – Deeper. Confusione, paranoia, ritmiche impazzite, disorientamento. Ovvero: perfetto.

Mikal Cronin – Turn Around. Saranno un paio d’anni che ascolto Mikal Cronin e non è mai riuscito a stancarmi. Ha una scrittura pop perfetta, scorrevolissima ma di grande impatto, e non ha mai rinunciato a sperimentare e stupirci. Di fatto, il mio artista ‘contemporaneo’ preferito.

Viet Cong – Death. BUM! cioè, BUM! L’avete sentita? BUM! BUM! BUM! Non credo di dover dare spiegazioni.

Bene, dovrebbe essere tutto, per quel che vale. Al 2016, sperando che sia pieno di buona musica quanto (e più) di quest’anno. XoXo, vostro Bube.