LOS CAMPESINOS!, “Hello Sadness” (Wichita, 2011)

I contadini gallesi stanno crescendo e, rispondendo alla chiamata di quanti li incoraggiavano a essere più adulti e meno inclini a riprodursi in feste e caciare, ci lanciano con un po’ di vivace sfottò il loro quarto album, che ci colpisce dritto in faccia.
Non riusciamo a scansarlo, e giusto il tempo di ascoltarlo trasecoliamo: se non fosse l’autobiografica vicenda d’amore fallito di Gareth, con un quartino di fantasia potremmo immaginare di ascoltare la biografia dello studente che potrebbe essere stato per esempio… toh, un dark come Robert Smith o toh gli infanti Arcade Fire prima di divenire cantori della grandezza canadese.
Si tratta di una cosa notevole, soprattutto laddove i Los Campesinos! riescono a imbroccare ridendo la strada tentata con depressione funerea dagli Hope of The States, potendo vantare la capacità di salutare l’arrivo della tristezza con la stessa verve con cui si saluta l’arrivo della primavera.

Però il secondo ascolto è chiarificatore: che ci sia una flebile svolta dark o che ci sia una grandiosità pop da sgolarsi l’anima, elementi che si inseguono e si perdono l’uno nell’altro in nuce alle loro teorizzazioni, non cambia la percezione di un fare musica sovraesposto al mainstream più totalizzante. Il modo più sicuro per diventare adulti.

E allora sì, i ragazzotti di Cardiff si stanno facendo grandi, stanno sul pezzo, non si concedono distrazioni nei toni medio alti, nei cori e nell’orchestrazione intrecciati energicamente, stiracchiano con emozione il confine dell’indie-pop verso il vicino ant-pop, voltano le spalle all’indole punk, danno dimostrazione di saperli tenere in mano questi strumenti e questi sentimenti, di saper gigioneggiare con il folk-wave con un sorrisetto “se solo sapessi”, entrando così nel mondo del lavoro, ridendo, spintonandosi, usando le stesse parole per parlare del tempo e dell’amore, e mi dispiace che lo facciano così, con le speranze degli altri, la grammatica degli altri, sulla strada di tutti quelli che si sono inseriti, allegri precari della musica.

60/100

Stefania Italiano

9 dicembre 2011

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *