Intervista A Giacomo Nanni

Proseguiamo la nostra serie di chiacchierate a sfondo musicale con i maggiori protagonisti del nuovo fumetto d’autore italiano. Dopo Paolo Bacilieri, è la volta di Giacomo Nanni. Riminese, classe 1971, Nanni inizia a farsi conoscere attorno alla metà degli anni Novanta, collaborando con numerosissime riviste. Dopo alcune autoproduzioni targate Canicola (“Clara” nel 2004 e “ZZZZ” nel 2005) approdata alle edizioni Coconino Press di Bologna, per le quali pubblica le sue opere più importanti: “Storia di uno che andò in cerca della paura” (2006), “Cronachette” (in tre volumi, 2007-2009) e “La vera storia di Lara Canepa” (2010). Collabora, con brevi storie ispirate a fatti di cronaca, al sito www.ilpost.it

Partirei dalla fine, ovvero dal tuo ultimo libro, “La Vera Storia Di Lara Canepa”. Un romanzo a fumetti molto denso, a volte anche enigmatico, giocato su piani temporalidiversi che si intersecano, spezzando la linearità della narrazione in uno strano labirinto di date, sogni, ricorrenze, simboli. Al centro di tutto, apparentemente, c’è il silenzio di una donna, Lara Canepa per l’appunto, che dice pochissime cose ma che sembra pensarne infinite. Qual è il suo legame con la morte di Elvis Presley (o con la sua presunta non-morte), rievocata in più punti del racconto?
Se ti ricordi, Lara riceve un disco a 45 giri per regalo, comprato su Ebay. Contiene unacover in italiano di un brano di Elvis, ed è un disco che si trovava veramente su Ebay fino apoco tempo fa. E’ stato Vernon, il figlio di Lara a spedirgli il disco: è una cosa che non horaccontato chiaramente nel libro, ma è così. Per cui è chiaro che Elvis è morto e non ci puòessere stato alcun legame fra lui e Lara, non può essere stato Elvis a spedire il 45 giri, nèpuò averla messa incinta, quindi Vernon è figlio di qualcun altro che non sappiamo, non diElvis. Nel libro potrebbe sembrare che sia stato Elvis stesso a spedire il regalo a Lara, ma èstato John Burrows. E John Burrows in realtà è Vernon.

Perché, a tuo modo di vedere, la musica pop esercita una fascinazione così irresistibile sulla fantasia di molti di noi?
Perché è semplice.

Anche tu sei un cultore appassionato di cose presleyane?
Mi piace molto ascoltarlo. Le cose più interessanti si trovano su youtube. Una che ti consiglio è una versione live di Reconsider Baby, che era un pezzo di Lowell Fulson cheElvis aveva reinterpretato nel disco “Elvis Is Back”, quello inciso dopo aver fatto il militare.Ecco, la versione su youtube è dal vivo, il che fa tutta la differenza. In genere su youtube sitrovano brani che un tempo dovevi spendere un sacco di soldi per poter ascoltare, magaricomprando qualche cofanetto a tiratura limitata. E’ molto utile. Il miglior Elvis per me è quello delle prime registrazioni con la Sun Records.

Secondo te perché tra il mondo dei fumetti e quello della pop music (in tutte le sue innumerevoli varianti) è sempre esistito un legame così forte?
La riposta per me è facile: perché entrambi, nelle loro manifestazioni più genuine, sonosempre stati fatti da ragazzi per i ragazzi loro coetanei. Poi è ovvio che crescendo si fannocose diverse, ma credo che la forza del fumetto stia nell’immediatezza, anche quando siraccontano cose complicate, il disegno sta lì di fronte a te, e ti racconta già qualcosa, ancoraprima di cominciare a leggere. Succede lo stesso con la musica pop. Soprattutto per chi nonè di lingua anglosassone. Ci interessa poco quello che dice una canzone, ammettiamolo.Anzi, spesso è un disastro quando si traducono testi abbastanza insulsi di musichebellissime e si resta delusi. Succede anche con i fumetti a volte. A volte è meglio evitare dileggerli.

Hai mai collaborato con tue illustrazioni a riviste o fanzine musicali, oppure ti è mai capitato di contribuire graficamente all’artwork di un disco?
No, non mi è mai capitata nè l’una nè l’altra cosa.

La musica è stata importante nella tua formazione artistica?E’ stata importante per me in generale, credo. Da parte di madre si potrebbe dire che vengo, per così dire, da una famiglia di musicisti. Mio zio insegna violino in un conservatorio. Miononno suonava la viola, anche se non professionalmente, e aveva la fissazione di trasmettere la sua passione a chiunque gli capitasse sott’occhio dei molti nipoti che aveva,ma ci riuscì solo con me, non so per quale motivo. Ti sembrerà abbastanza incredibile eforse è successo a pochi altri, ma prima che a leggere le parole ho imparato da lui a leggere il pentagramma. Lui ne andava fierissimo quando ero piccolo. Poi aveva degli amici musicisti con i quali si trovava in casa, in salotto, a suonare quartetti d’archi, e spesso mifacevano entrare, mi incuriosivano anche le custodie degli strumenti. E guarda che non èche si trattasse di una famiglia alto borghese, come l’immagine del quartetto d’archi insalotto potrebbe fare sembrare. Erano solo appassionati. Lui era impiegato alla Sip, la Telecom di allora. Per farla breve, in seguito ho fatto quattro anni di conservatorio, abbandonandolo attorno ai15 anni per comprarmi una chitarra elettrica che ho suonato per una decina d’anni con uncerto impegno. Ho avuto una band per brevissimo tempo. Qui a Rimini c’era lo Slego, unlocale dove ho visto parecchi concerti che mi hanno un po’ aperto la testa alla fine degli anni’80. In realtà vedemmo nascere gli anni ’90 musicalmente parlando, perché poco a poco sene andava formando un’immagine sempre più netta. Vennero a suonare gli Screaming Trees, i Mudhoney, i Thin White Rope, che pochi ricordano, i primissimi Blur, e vabbè, anche i Ramones, i Napalm Death, moltissime garage band… Nessuno si lavava mai icapelli. Andando al concerto dei Pink Floyd a Venezia nell’estate dell’89, con i miei amici, ascoltavamo in macchina una cassetta di Bleach dei Nirvana.In quello stesso periodo ho scoperto John Zorn, certi suoni fra il jazz e l’avantgarde, e ancheil vecchio jazz-rock. Il mio chitarrista preferito è stato Fred Frith per parecchio tempo. Mi interessava il fatto di non dovere rispettare dei cliché preconfezionati, il tempo in “quattroquarti” e i soliti due accordi avevano cominciato ad annoiarmi, ma mi sbagliavo, l’ho capito poi, devi essere capace di fare entrambe le cose. Un po’ come se un disegnatore si annoiassedi disegnare un cielo nuvoloso, o una casa o un albero: sono quelle le cose che vediamo, se ti annoiano probabilmente è un problema tuo.Oggi ho smesso di suonare, ma ho ancora il cosiddetto “orecchio relativo”, cioè riconoscogli intervalli fra una nota e l’altra. Quando sento una melodia in un certo senso “vedo lenote” e posso anche trascriverle sul pentagramma con un po’ di impegno. Mi è capitato disfidare qualcuno a fare una prova, funziona ancora…Il che con il rock and roll haveramente poco a che fare, mi rendo conto. Sono anche un tamburellatore compulsivo.

Quando disegni ascolti dischi?
Dipende, a volte la musica mi distrae. Magari mi capita di tenere in loop un brano particolare, se mi piace molto.

La tua “scrittura” a fumetti mi sembra molto musicale. Anzi direi che grossa partedi essa lavora essenzialmente sul ritmo e, quindi, sulla rappresentazione del tempo attraverso figure. Questo si nota molto in “Cronachette” ad esempio. Spero non ti infastidisca se ti confesso che, secondo me, le tue eccezionali doti di narratore si manifestano soprattutto quando non succede niente. O meglio: quando raccontitutte le cose che succedono quando non succede niente. Sempre di più e sempre dimeno di quel che sembra. Sbaglio?
Quindi devo migliorare sul versante delle storie in cui succede tutto quel che succede quando succede qualcosa, ma ti ringrazio. Credo si ricolleghi al discorso dell’orecchio. Nonè che succedono tante cose quando non succede niente, ma è il tempo che scorre comunque. Il punto è come scandire quel flusso, e a quale ritmo. Si tratta di inventarselo sulla pagina,vignetta per vignetta.

Angolo Nick Hornby. Qual è stato il primo disco acquistato?
Flash Gordon, la colonna sonora del film suonata dai Queen.

Il primo concerto?
Mio padre mi portò a vedere Alberto Camerini, credo ad una festa dell’unità, avevo 10 anni,un ricordo abbastanza confuso, rock and roll robot…

I dieci dischi che ti hanno cambiato per sempre.
the velvet underground and nico – the velvet underground and nico
sonic youth – daydream nation
television – marquee moon
captain beefheart – trout mask replica
soft machine – volume one
the stooges – fun house
the minutemen – double nickels on the dime
fred frith – gravity
beatles – white album
can – ege bamyasi

Per concludere, puoi anticiparci qualche progetto futuro?
Una raccolta delle strisce che sto realizzando per ilPost.it, e un libro a fumetti sulla fuga di Casanova dalle prigioni di Venezia dette I Piombi.

Il blog di Giacomo Nanni: http://giacomonanni.blogspot.com/

Sito ufficiale: http://www.giacomonanni.net/

(Francesco Giordani)

8 settembre 2011

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