Intervista a Paolo Bacilieri

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il fumettista veronese Paolo Bacilieri, classe 1965 e con ogni probabilità uno dei maggiori esponenti del fumetto d’autore italiano degli ultimi vent’anni. Tra le sue opere più importanti ricordiamo il ciclo narrativo di “Barokko”, raccolto in un unico volume dalle edizioni Black Velvet, il romanzo grafico “Durasagra” (ristampato sempre dalla Black Velvet) e la saga sui generis e similautobiografica, tuttora in fieri, di “Zeno Porno” (di cui la Kappa ha finora pubblicato due volumi). Molto rilevante anche la collaborazione con l’editore milanese Bonelli, per conto del quale ha realizzato storie dei personaggi “Napoleone” (da poco disponibile per Rizzoli una raccolta delle storie più belle) e “Jan Dix”.

Tanto per cominciare…Nel tuo curiosissimo libro “Canzoni in A4”, il personaggio Zeno Porno suona, tra le altre cose, una racchetta da tennis e anche un righello, osservato dalla sua figlioletta, in un misto di perplessità e rassegnata compassione. Questo mi porta a chiederti: suoni o hai mai suonato qualche strumento musicale?
Ci ho provato, ma con risultati sconfortanti. La parola esatta è “negato”.

Di solito quando disegni ascolti musica? Se sì, ti capita di selezionare il tipo di musica in base alla particolare situazione narrativa o atmosfera che devi realizzare graficamente?
Si ne ascolto, anzi ne ascoltiamo dato che lavoro in uno studio dove ci sono altre persone e fortunatamente mi piace (salvo casi disperati) anche la musica degli altri.
Si scopre sempre qualcosa.

L’ultimo segmento del citato “Canzoni In A4”, intitolato per l’appunto “Canzoni” e dedicato a illustrazioni di argomento musicale, presenta un esperimento fumettistico piuttosto singolare ma assai suggestivo. Alcune canzoni sono praticamente traslitterate in una sequenza di vignette che seguono la scansione dei versi di strofe e ritornelli, trasformandole di fatto in delle piccole storie perfettamente leggibili (tra quelle più impressionanti cito “Vendo Casa” di Lucio Battisti o “Atmosphere” dei Joy Division). Come ti è venuta quest’idea?
L’idea non è certo mia, Robert Crumb è stato il primo che io sappia, e naturalmente il migliore (molto bella la sua Purple Haze di Hendrix e soprattutto i suoi blues) poi l’hanno fatto molti altri, in molti altri modi.
Io l’ho fatto a modo mio, da buon ultimo…trovo sia divertente trattare il testo di una canzone come fosse una “sceneggiatura”,alcune poi sono assolutamente” fumettose”, l’ho scoperto proprio traducendole a fumetti, nascondono immagini, accostamenti originali, sorprendenti…esce fuori questa cosa “terza”…

Fumetto e musica rock si sono sempre piaciuti e strofinati parecchio negli ultimi quarant’anni, attraverso una fitta rete di scambi e omaggi reciproci. Quali sono secondo te le ragioni di questo duraturo innamoramento?
Non è che abbia le idee molto chiare…entrambi, potremmo dire sono medium complessi fatti di parole + musica/immagini+ritmo…per certi versi sono proprio agli antipodi…pensando a Crumb come nn citare la sua cover di Cheap trills?…e quella di Richard Corben per Meat Loaf?Tamarra, forse…
Il fatto è che anche noi fumettari vogliamo le groupies!

Hai mai collaborato con tuoi disegni o storie a riviste e fanzine musicali? Ti capita mai che qualche gruppo ti chieda un disegno o un’illustrazione per i suoi dischi?
L’ho fatto. E’ capitato. La cosa migliore è forse la copertina di una raccolta di punk italiano della Vitaminic “United kids”che feci in collaborazione con l’amico Franz.

Spostiamoci su Zeno Porno. Soprattutto nelle primissime storie del personaggio, raccolte poi nel primo omonimo volume edito da Kappa, una delle cose che più mi ha colpito leggendo è stata senz’altro questo intricatissimo (e a tratti labirintico) sedimentarsi multistratificato in ogni vignetta di citazioni letterarie, stralci di frasi smozzicate, reminiscenze televisivo-cinematografiche e, soprattutto, versi di canzoni, come se avessi voluto in qualche modo disegnare una sorta di inventario imploso e sparpagliato in migliaia di frammenti dell’adolescenza del tuo personaggio Zeno (che immagino contigua alla tua, o sbaglio?).
Prima di chiederti perdono per l’offensiva lunghezza di questo preambolo, mi premeva domandarti: era veramente questo che avevi in mente? E soprattutto: le canzoni che hai riportato, sono state effettivamente importanti anche per te oppure erano “soltanto” un ulteriore elemento funzionale alla narrazione?

Lasciami dire una cosa a tale proposito. E’ prevedibile , ed è successo, che un lavoro del genere venga frainteso, come accumulo di citazioni o, peggio, di ammiccamenti verso il lettore avveduto/smaliziato. Non è questo, o meglio questo è un effetto collaterale. Ciò che mi interessa è facilmente definibile in termini acustici, se non musicali, come una particolare forma di polifonia, un multistrato stereofonico possibile grazie a quel modo unico e inimitabile che hanno i fumetti di risuonarti silenziosamente in testa… Riguardo a Zeno no, non sbagli anche se quando mi chiedono se Zeno sono io rispondo: ”No, Zeno sono anch’io.”

Inevitabile angolo Nick Hornby.
Quali sono i tuoi dieci dischi delle vita?
Acc…proviamo:
Carol King “Tapestry”
Dylan “Blonde On Blonde” (o “Blood on the tracks”)
Joy Division “Unknow pleasures”
T. Monk “Underground”
The Kinks “Lola”
Ramones “Rocket to Russia”
Nirvana “Bleach”
Bowie “Hunky dory”
Beatles “For sale”
Smiths “The queen is dead”
F. Sinatra “In the wee small h. of the morning…”

Il concerto che non dimenticherai mai?
Mmm…il primo: Dalla/DeGregori, la tournee di Banana Republic.Avevo 14 anni e sono andato allo stadio con i miei fratelli più grandi…Chuck Berry qui a Milano, pochi anni fa, fantastico…forse il migliore è stato quello di Massimo Urbani , in un locale di Verona , poteva essere il 1986/87…un musicista eccezionale.

Il primo disco comprato?
Credo Yuppi Du un 33 giri…no quello l’ha preso mia sorella…Una donna per amico…e va bene, confesso: il primo era sì un 33, “Tragedy” dei BeeGees

L’ultimo?
Una raccolta di successi della Motown in un autogrill svizzero…

Per concludere, mi piacerebbe sapere quali siano i progetti fumettistici che ti vedranno impegnato nell’immediato futuro, dopo la fine della fruttuosissima avventura bonelliana nella mini Jan Dix, se è possibile per te anticiparci qualcosa…
Sono almeno due, le cose a cui sto lavorando: un adattamento a fumetti del romanzo “Adios muchachos” di Daniel Chavarria per l’editore franco/belga Casterman e “Sweet Salgari”un progetto che da molto tempo andavo preparando, la biografia a fumetti di Emilio Salgari. Sulla rivista Pic nic dei SuperAmici è uscita la prima puntata, la seconda è già pronta.

(Francesco Giordani)

23 aprile 2011

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