A WEATHER, Cove (Team Love, 2008)

Da Portland Oregon ecco questi A Weather. Arrivano con il loro carico di melodie immediate e ritmi dolci. Due voci, lui Aaron Gerber e lei Sarah Winchester (anche alla batteria), che si alternano e si sovrappongono sempre molto leggere, spesso sussurrate. Nick Drake e Sparklehorse viene subito da dire, con tutto quello che ci si può far stare in mezzo. Le chitarre acustiche e le poche percussioni fanno da tappeto a xilofoni, piano elettrico, chitarre slide. Dopo i primi due pezzi che alla fine saranno i più pop ed immediati (e forse per questo i meno interessanti) arriva “Screw Up Your Courage”, canzone languida che ricorda gli Spain di Josh Haden per l’aria un po’ slow core ed un po’ jazzata degli incastri basso – piano elettrico. Questo probabilmente è il pezzo migliore del disco, quello con più personalità ma, purtroppo, il meno caratterizzante. I pezzi successivi rimangono sospesi ricercando quell’atmosfera Low che proprio non vuole arrivare…

Ci sono tanta melodia e tanta lentezza, in un certo qual modo qualità che forniscono a certi prodotti un’etichettatura immediata, ma le strutture delle canzoni sono spesso ripetute troppe volte e il trasporto di certi cantati risulta banale. C’è addirittura un accenno di college rock (“Small potatoes”) mal riuscito: pressoché una cover degli Weezer (che furono, logico…) senza la minima grinta per far funzionare decentemente con un pezzo così “canonico”. “Oh My Stars” si assesta tra i Tunng di “’Mother’s Daughter…” e l’ultimo Kings of Convenience senza però l’estro dei primi e la classe dei secondi. Riuscita invece “’Pilot’s Arrow”; meglio arrangiata certamente dei pezzi che la precedono.

L’album viene licenziato dalla Team Love, etichetta del nostro Conor Oberst (Bright Eyes) e prodotto da Adam Selzer già al lavoro con Norfolk And Western, Decemberists e con M Ward. Date le credenziali speravo in qualcosa di migliore, le canzoni sulla carta ci sono ma suonate così non vanno molto lontano. “Cove” è un ascolto leggero, ideale per fare le pulizie di casa a meno che, qualche ragazzotto malinconico, voglia a tutti i costi un disco indiepop che (gli) rimarrà nella storia solo per essere stato usato come colonna sonora di un adolescenziale innamoramento…

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