Intervista agli M? (Mquestionmark)

intervista di Emanuele Sferruzza Moszkowicz 

Due bassi (leggendo scoprirete il perché) e una batteria. Due uomini e una fanciulla. Ma non ce n’è molta di dolcezza nel mondo degli M?. L’educazione è quella in vigore a casa Fugazi. Sberle piuttosto che carezze, in un indie rock aspro e potente che però si concede al fotoromanzo.
Gli M? fanno tutto in tre, si autoproducono con la loro etichetta Bad Trip Records, realizzano videoclip in cui giganteschi peni si ribellano ai legittimi proprietari. In una parola, si divertono.
Emanuele Sferruzza (l’uomo dalle domande più lunghe di qualsiasi possibile risposta) contro Luca (batteria) e Laura (basso).

Oggi è San Valentino e sto rileggendo un libro in cui una trentina di persone decide di farla finita buttandosi giù con un bus da una scogliera. E’ comprovato che a Natale le persone si lasciano in cabrate intellettuali che tentennano nella scelta dell’oggetto con cui togliersi la vita; oggi invece, se la persona di cui sopra è sopravvissuta alla sua momentanea idiozia ma caso vuole che la sua ragazza lo abbia scaricato il giorno prima, egli o ella si troverebbe a rimuginare ancora con enfasi goliardica su un modo ancora migliore per eliminarsi. Ecco, allora, partiamo da una domanda semplice: se il nostro soggetto decidesse di lanciarsi giù da un dirupo, anzi, dal più alto dei dirupi delle coste Italiane con la propria macchina – mettiamo che sia una polo di quelle vecchie del novantadue che sono leggere e vanno che è una bellezza – voi che canzone del vostro album consigliereste? ( Immaginate: E’ mattina, il sole sorge. Toglie il freno a mano e la marcia inserita lo fa quasi decollare, ancora non vede nulla se non la strada sempre più in velocità. Poi via, a mezz’aria e il mare si apre nella sua vastità inghiottito dal sole)

Luca: Direi “I’m ready”, il testo dice proprio “sono pronto per partire con la macchina”….però mi fa ridere pensare anche a “I don’t remember anymore but I started to float”…si sa mai che dopo il volo sbatti la testa dimentichi tutto e la Polo invece che affondare galleggia…

Laura: Sono d’accordo per “I’m ready”. Per cambiare sparo un “Karoshi” .

Perché? (la seconda domanda volevo farla molto breve per bilanciare la prima)

Luca: Dai che sono stato abbastanza esaustivo!!

Laura: Significa tipo ‘morte per troppo lavoro’, termine coniato apposta per questo fenomeno assai diffuso in oriente.. però andrebbe ascoltata a volume pazzesco.

Venite da due diversi gruppi: Julie’s Haircut e Joe Leaman. In una avvincente gara tra chi ha dato i natali a chi voi siete davvero messi male per il livello internazionale al quale giustamente ambite: Ingrid Bergman e Roberto Rossellini hanno generato Isabella Rossellini ad esempio, una umanoide incensata recentemente dalla critica per aver fatto video erotici per cellulari interpretando la sessualità degli insetti. Tutto questo travestita da ape, ragno, mosca, mantide e immagino altre cose interessantissime. Voi nel vostro piccolo avete fatto anche dei video in barba alla Rossellini. Date una descrizione ai nostri affezionatissimi lettori.

Luca: Per ora l’unico video che abbiamo realizzato è quello del pezzo “Object: Big Dick”. La storia è molto semplice: c’è un ragazzo un po’ sfigato ma molto dotato (nelle mutande) che vive con sua madre, una megera cattivissima e ubriacona. Dopo vari episodi tutti rigorosamente scabrosi il protagonista deve vedersela con il suo enorme pene che stanco del solito tran tran si stacca dal corpo e comincia ad inseguirlo. A noi fa veramente ridere. Lo abbiamo realizzato con i ragazzi della Krakatoa Inc., un gruppo di Sassuolo che fa cortometraggi indipendenti diciamo di genere SPLATTER. Ci siamo divertiti veramente tanto e il video ha riscosso un grande successo. Dimenticavo i personaggi del video sono interpretati da noi tre, io faccio il prete e il cazzo. Si può dire cazzo?

Laura: Io faccio ovviamente la megera, ma tutti mi scambiano per la morte. Tanto per dire quanto sono sexy..:) Comunque veniamo fondamentalmente entrambi (almeno io e Luca) dai Joe Leaman: io ci ho suonato diversi anni nella prima formazione, lui nell’ultima. L’esperienza coi Julie’s Haircut è stata solo per il tour dell’ultimo album (“After dark, my sweet”).

C’è una forte intesa tra di voi. Il vostro pubblico è inerme nel gorgo che si mescola della vostra energia. Salite sul palco e giocate tra di voi, vi divertite. In sala prove è uguale o anche lì vi danno la birra a gratis?

Luca: In sala prove è praticamente uguale, in effetti c’è un certo giro di birra, donne e altre cose illegali. Qua e là cerchiamo anche di essere un po’ professionali, va..

Laura: Ma alcol e donne sono diventati illegali?? No dai, come facciamo adesso??!

Buttando un occhio in giro datemi la formazione immaginaria di un immaginario super collettivo per il prossimo immaginario avvento di Damo Suzuki avendo la possibilità di scegliere chiunque anche me con una parrucca di capelli lunghi e neri in sua sostituzione.

Luca: Non saprei….diciamo che invece che Damo Suzuki vorrei vedere sul palco lo Svizzero. Alla batteria vorrei Renna, uno strano personaggio di Scandiano che è convinto di essere un vigile del fuoco e invece non lo è. Al basso ci metterei Simmo cioè il bassista che suona con me. Alla chitarra vorrei Frankie Magellano. Si. E alla voce lo Svizzero [esercizio commerciale in centro a Reggio Emilia che somministrava birra a prezzi modici, ndr]. Vorrei che riaprisse.

Laura: voce e chitarra Marinenfabrik, al vibrafono Damo Suzuki, alla batteria Boogie, un mitico mantovano e al basso vorrei esserci io! Un salutone allo Svizzero!

Volevo un vostro commento -dato che non solo oggi è San Valentino ma siamo anche in piena campagna elettorale- sui risvolti che la politica ha sulla musica e sull’influenza pedagogica che la classe dirigente attuale ha sui giovani. Per aiutarvi in questa domanda volevo farvi ascoltare un brano: http://www.menomalechesilvioce.it/A_Silvio.mp3

Luca: Al momento non riesco ad ascoltare il brano…cavolo. Immagino sia comunque una cosa divertente. Onestamente siamo tutti e tre dei veri cazzoni in materia politica. Nonostante ciò ultimamente ci siamo un po’ di più interessati e il risultato è stato quello di avere costantemente il vomito. Dopotutto lo dice anche Ligabue. Personalmente faccio fatica a far coincidere musica e politica.

Laura: la politica ha lo stesso problema della musica: sono sempre le stesse faccine che si riciclano…

Nel caso l’ Impero Del Male Americano cada nel trabocchetto della sua stessa recessione economica, l’Iran finalmente faccia partire la borsa del mercato petrolifero in euro senza che nessuno gli tagli i cavi nel Mediterraneo e l’Europa diventi con la Cina e l’India il nuovo Impero Del Male, voi siete pronti a vedere i ragazzini di Washington D.C. cantare Ligabue? E voi continuereste a cantare in inglese? E in cinese, ci avete mai pensato a cantare in cinese?

Luca: Al cinese devo ammettere che non ci ho mai pensato. Ho un’amica che però lo studia, magari chiedo un parere a lei e le faccio tradurre un paio di testi. Penso che l’inglese al momento sia la lingua che più si confà alla musica che suoniamo. Soprattutto per una questione ritmica e di logica.

Laura: l’unica altra lingua che vorrei usare in un testo è il turco (ho una cugina acquisita di Istanbul ed è fichissimo). L’italiano è bellissimo per la letteratura e la poesia, ma la musica che pensiamo noi è decisamente più adatta all’inglese. Penso che se cantassimo in cinese avremmo sicuramente un pubblico più numeroso! Dovremmo farci un serio pensierino.

Purtroppo sono andato a vedere “30 giorni di buio”. L’unico fattore positivo del film è che a sorpresa ho scoperto che Rocchelli il vostro bassista fa la parte del vampiro. Voi in quali altri film avete fatto le comparse?

Luca: Abbiamo fatto una comparsa nell’ultimo lungometraggio della Krakatoa Inc.: Ai confini della Fandonia. Ci sono come in tutti i loro film un sacco di sangue violenza e risate. Ci sono anche teste mummificate e una mega scena di battaglia splatter punk.

Laura: Io non l’ho mai detto a Dagoberto Brasile (regista del nostro videoclip) ma vorrei tanto che mi scritturasse per una parte nel prossimo film. Aspetto con ansia..


Ecco, ora ditemi, l’ho tenuta come (quasi) ultima domanda perchè mi vergogno davvero tanto… Ma perchè cazzo due bassi? Eddai, ditelo : ” Vogliamo fare i fighi!”.

Luca: Noi non vogliamo fare i fighi. Siamo fighi.
:)))

Laura: è ora di ammetterlo: perchè nessuno di noi ci salta fuori con la chitarra! Abbiamo anche scritto un pezzo inedito (che per un po’ è stato scaricabile su myspace): “We can’t play guitar”. E’ tutto vero!

Al momento non ho una ragazza. Si, mi ha lasciato agli inizi di gennaio. Mi dedichereste una canzone che sia un po’ triste ma anche un po’ punk e pure tipo con i suoni tutti quelli che poi uno dice -wow- che bel pezzo che poi così al prossimo concerto mi metto di fianco a una e quando dite – questo pezzo è dedicato a quel ++++++++ di Emanuele – posso vanagloriarmi con lei che poi mi bacia e che poi mi lascia e poi uso la canzone della prima domanda uscendo da una curva a gomito su un litorale ligure?

Luca: Ce l’ho!!!! Si chiama Chupa You, è un pezzo nuovo. Parla di come le ferite profonde aiutino a crescere e altre cose serissime, mentre il ritornello dice che quando non ce la fai più l’unica cosa da fare è preparare un bello stufato di Chupa Cabra. Triste e punk.

Laura: sì, “Chupa You” è il pezzo per te! Inciucio assicurato.