CALLA, Strenght In Numbers (Beggars Banquet, 2007)

Ogni due anni, i Calla pubblicano un album. Nel corso della loro carriera non hanno mai scelto la soluzione più semplice, hanno sempre cercato di non appiattirsi, di non ripetersi, magari sbandando un po’, magari dando alla luce veri capolavori come “Scavengers” e “Televise”.

Ogni album ha rappresentato un passo in una direzione diversa. Perciò, fa un po’ effetto trovarsi a definire questo loro nuovo “Strength in numbers” “normale”, eppure lo scarto tra il precedente “Collisions” e questa nuova fatica del trio guidato da Aurelio Valle è minimo. Sempre più distanti, a quanto pare, i tempi in cui ogni pezzo era un episodio a sé, che partiva in un modo per terminare su territori completamente diversi: struttura e semplicità ora la fanno da padrone, niente più scomposizione né frammentazione degli elementi musicali. In “Strength in numbers” basta un giro di chitarra, in questo caso più acustica che elettrica, a dar vita a una canzone fatta e finita. Questo non vuol dire che non ce ne siano di meritevoli, anzi: gli accordi di “Defenses down” sono pienamente calliani, “Stand paralyzed” è tanto inusuale nella sua brevità quanto fascinosa, il drumming di “Malicious manner” la rende atipica e vorticosa. Tuttavia, il disco lascia alquanto insoddisfatti in generale, a causa di una sorta di (apparente) abbassamento di ambizioni da parte del gruppo texano.

La sensazione è che con “Strength in numbers” i Calla abbiano osato meno di quanto erano soliti fare. Ma un disco non molto originale dei Calla rimane comunque un disco singolare.

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