Intervista ai Motel Connection

“Siamo un avamposto anarchico: ognuno fa ciò che vuole, quando vuole e senza pressioni discografiche”.

Loquace, eclettico, perfettamente calato nella parte di “alchimista delle ritmiche”. Dj Pisti è una delle tre anime che compongono i Motel Connection, band torinese votata alla house music, che vede alla voce Samuel dei Subsonica ed al basso Pierfunk.

Il vostro secondo album, “Give me a good reason to wake up”, è un album carico di ritmo. In generale che definizione daresti di esso?

“E’ senza dubbio un disco con delle ritmiche molto incisive, che suona bene e che cerca di riproporre la house music in una vesta diversa dalla solita, cioè sotto forma di canzone. Senza peccare di presunzione, non credo ci siano tanti progetti simili al nostro in Italia”.


Un disco fatto da italiani per il mercato europeo. Una sfida rischiosa, non trovi?

“Molto rischiosa, ma allo stesso tempo parecchio interessante. L’ambizione che abbiamo è quella di esportare il nostro LP anche all’estero; per il momento abbiamo registrato l’interesse di molti dj al nostro progetto: non sappiamo il perché, ma oltre i confini italici impazziscono per gli italiani che fanno la house…”.


La dimensione live è senza dubbio quella nella quale il vostro progetto si esprime al meglio. Quali sono le caratteristiche del vostro set?

“In tutto dura 90 minuti ed è molto “dance”. Alle nostre spalle c’è uno schermo sul quale vengono proiettate immagini ipnotiche, di vita quotidiana o tratte dai telegiornali. Durante il live-set c’è spazio anche per un remix di “Crystal”, singolo lanciato lo scorso anno dai New Order, band alla quale ci sentiamo molto legati. Insomma, è uno spettacolo intenso che, nell’estate prossima, quando riprenderemo il tour, cercheremo di rendere ancora più coinvolgente allungandone la durata”.


Per una parte della critica i Motel Connection sono la band di Samuel dei Subsonica: non ti dà fastidio questa definizione superficiale?

“Non c’è nessuna competizione fra il sottoscritto, Samuel e Pierfunk. Tutti e tre lavoriamo in perfetta sintonia e diamo al progetto un contributo importante. E’ innegabile che la presenza di Samuel ci abbia dato maggiore credibilità e visibilità, ma non è una presenza ingombrante. E poi se dobbiamo essere la band di qualcuno, meglio essere quella del leader dei Subsonica che non quella di Mino Reitano, con tutto il rispetto per il Mino-nazionale, s’intende…”.