THE CURE, Kiss Me Kiss Me Kiss Me (Fiction Records, 1987)

Due anni dopo essere tornati prepotentemente sulla ribalta internazionale con “The Head On the Door” – primo posto in classifica in Inghilterra -, album seguito da una trionfale tournée mondiale, culminata nell’entusiasmante show in Provenza, sulla Costa Azzurra, nell’anfiteatro di Orange, i Cure presentano un nuovo lavoro. E tornano a sorprendere: è nuovamente l’anima pop a prendere il sopravvento, relegando in un angolo le venature dark della tessitura musicale del gruppo.

Eppure l’attacco è dato da “The Kiss”, lunga suite (più di sei minuti) imperniata su un tono aspro, lontano dalle pulite melodie pop. Quasi un brano psichedelico, avulso dagli ultimi prodotti della band e più vicino ai deliri tenebrosi di “Seventeen Seconds”. Smith è un compositore perfetto, furbo senza mai essere falso, e capace di spaziare in una gamma notevole di sfumature. Con la splendida “Catch” si ritorna su toni più familiari, confermati da brani quali “Torture”, “How Beautiful You Are” e la celeberrima “Just Like Heaven”. Ogni tanto si assiste a delle pause, come con “If Only Tonight We Could Sleep”, dove dark e ritmi orientaleggianti si fondono per seguire le linee della batteria, o come con la lunghissima “Snakepit”, dove riemergono i toni cupi e angosciosi degli esordi, ormai dilatati e fluidi. Ma è il pop ormai a farla da padrone e lo dimostra il brano-guida dell’album: “Why Can’t I Be You?” è l’esempio perfetto di come Smith sia ormai il miglior compositore pop del decennio, superiore nella sua carica di energia e genialità ai suoi avversari di classifica (siamo in pieni anni ’80 e Duran Duran e Spandau Ballet vanno per la maggiore) e ricco di una genialità sconosciuta agli altri. Per il resto l’album presenta poche vere perle: la straordinaria “One More Time”, struggente e decadente, l’affascinante “Icing Sugar”, la divertente “The Perfect Girl”.

Un bell’album a cui non giova però l’eccessiva lunghezza (diciassette brani), un gruppo che continua a dimostrarsi più originale quando si riavvicina al sound degli esordi, mentre gli episodi pop iniziano a mostrare una corda un po’ logora. Ma ancora affascinante e rilassante. Avvertenza finale: nell’edizione cd – fu uno dei primissimi album a uscire direttamente anche nel nuovo compatto senza aspettare le ristampe – è stato escluso un pezzo, “Hey You!!!”, presente invece nel doppio LP.

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