THE CURE, Greatest Hits (Universal, 2001)

Prima avvertenza: se volete acquistare questo album, scegliete l’edizione con il doppio cd.

Dopo ventitré anni di attività i Cure di Robert Smith sfornano un altro album antologico, sfruttando l’occasione per presentare due brani inediti. “Cut Here” e “Just Say Yes” sono due brani orecchiabili, freschi, allegri e la voce divertita del quarantenne Smith si dimostra in gran forma: musicalmente non aggiungono nulla alla storia fantastica del gruppo e difficilmente passeranno alla storia, ma servono forse a tornare ad una forma-canzone più semplice dopo le soffici intelaiature musicali del precedente “Bloodflowers”.

Il primo cd, superata l’attesa per gli inediti, lascia abbastanza interdetti: possibile che con tutto il materiale a disposizione i Cure continuino a sfornare le solite canzoni? “Boys Don’t Cry”, “A Forest”, “Why Can’t I Be You?” sono brani splendidi, ma non sarebbe stato forse più coraggioso andare a pescare nell’archivio e magari riproporre pezzi meno conosciuti? Perché si vuole appiattire la già poco vasta conoscenza della massa? E dubito che la scelta possa essere dettata da obiettivi commerciali, quando sono ormai uscite decine di antologie dei Cure, dalla storica “Staring at the Sea” del 1987 al banale “Galore”. Certo, qui sono presenti anche brani di “Wild Mood Swings” (mentre è totalmente escluso “Bloodflowers”), ma basta questo a giustificare l’operazione? Non credo. Insomma, se ci si dovesse basare esclusivamente sul primo cd, l’acquisto (agli amanti della band) sarebbe vivamente sconsigliato.

Ma c’è il cd 2, e c’è la sorpresa. Con la stessa formazione di “Bloodflowers” i diciotto brani presenti nel primo cd vengono riletti, seguendo la scaletta, in versione acustica. I due brani inediti ci guadagnano decisamente, così come colpiscono le versioni di “A Forest”, “The Lovecats” e “Lullaby”, delicate, soffuse, ipnotiche. La chitarra acustica disegna in aria forme oscure, tallonata alle spalle dal basso di Gallup e dalla batteria che rendono corposo il dolore, l’angoscia. Dopo l’ascolto torna assillante l’interrogativo: non sarebbe stato meglio presentare come “Greatest Hits” solo il secondo cd, tranquillizzando gli animi della folla ma strizzando al contempo l’occhio all’ascoltatore più erudito? Bah, inutile arrovellarcisi sopra…com’è inutile arrovellarsi sul destino del gruppo: uniti? Sciolti? Nell’album viene specificato che la produzione di “Cut Here” è dell’Ottobre 2001, mentre quella di “Just Say Yes” del 2002: un nuovo album in vista?

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